• Pubblicata il 04/01/2013
• Autore: Gioacchino

Una scusa come un'altra - Arezzo Trasgressiva

Ormai premo sull'accelleratore, ma senza mai invadere quella sottile confidenza silenziosa.
Stavolta sto accompagnando mia suocera a fare la spesa; toccava a me in quanto mia moglie era impegnata coi turni, ma lo faccio volentieri perchè un programma mi frulla in testa e non solo.
Stiamo andando verso il grande centro commerciale e attraversando una serie di autolavaggi e benzinai in disuso probabilmente per un'imminente costruzione, m'invento che devo fare pipì. Non so dove farla e lei mi suggerisce di entrare in una di quelle aree.
Senza farmelo ripetere mi parcheggio dietro il gabbiotto chiuso da tempo e scendo dall'auto. Con la portiera aperta mi sistemo al di fuori del mio lato guida, ma lascio intravedere il mio bisogno.
Finisco e chiedo a lei di passarmi cortesemente un fazzolettino di carta chiudendo però gli occhi, perchè non sono presentabile.
Lei passa sul mio sedile e mi ritrovo a chiuderli io perchè sento il fazzolettino guidato dalla sua mano che mi asciuga delicatamente.
Non dico niente e lascio fare, d'altronde al cinema è già successo, ma ogni volta sembra una cosa nuova proprio perchè ignoriamo l'accaduto e rientriamo tranquillamente nei nostri ruoli.
Maneggia con sapiente manualità e mentre sento che mi tira a sè, mi avvicino; scoppio e senza più esitare glielo avvicino alla bocca. Non mi guarda e inizia il suo lavoro come fossi un estraneo.
Schizzo copiosamente nella sua bocca e mi fa finire senza perdere niente. Mi ripulisce col fazzolettino e tutta la scena ritorna al punto di partenza, come se una moviola fosse stata riportata indietro di alcuni fotogrammi.
Questo lei vuole: una gradita situazione goduta senza rimarcarla con inutili sottolineature, ma solo vissuta all'esigenza del nostro momento.

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