La gattona - Arezzo Trasgressiva

Ero chiusa in casa già da troppo tempo. Da quando Raff mi aveva lasciato la mia vita sembrava finita e non

riuscivo a sentire più nessuno stimolo positivo.

Provai ad affogare il dispiacere nell alcol ma mi

resi subito conto che non era la soluzione che mi serviva, così eliminai pure quella valvola di sfogo e precipitai

in una valle di lacrime e disperazione per un paio di mesi con la netta sensazione che non sarei mai più

riuscita a riprendermi. Finchè un giorno pensai di aver raggiunto il fondo, e mi venne in aiuto il

desiderio di sentirmi ancora desiderata e compresa perchè in fin dei conti a 25 anni tutto è ancora da giocare.
Decisi di rimettermi in gioco e lo feci come alcune altre volte in precedenza, affidandomi al destino.
Scartabellai tutto il mio guardaroba femminile e l outfit che più mi metteva a mio agio era il seguente:
misi smalto rosso a mani e piedini, poi indossai reggiseno e perizoma neri in microrete, reggicalze e calze a velate con riga posteriore entrambi neri. Sopra misi una camicetta di seta bianca e un bellissimo tailleur nero a un petto con una gonna al ginocchio che comprendeva 2 grandi bottoni sopra al sedere. Le scarpe erano decollté nere tacco 12.Un rossetto in pendant con lo smalto, ciglia finte, sopracciglia ripassate, eyeliner per il trucco. Poichè era inverno completai l opera con una pelliccia 3/4 di leopardo (ovviamente finta) ed una bustina leopardata con veletta per cappello, una borsetta nera con finiture in leopardo completava l opera. Sembravo uscita da un film degli anni 40, e così mi piaceva di essere, poichè ero alla ricerca di un motivo per fuggire da un passato non più sopportabile.
Come già mi era capitato di fare in passato, attesi con pazienza che scendesse la sera ed all orario prestabilito mi recai in stazione per prendere il regionale notturno che andava a Nord. Come mi aspettavo quasi tutte le carrozze erano semideserte ed una in particolare era completamente vuota, così mi ci accomodai. il treno prese a muoversi e pregai di fare un incontro piacevole perchè sia nella stazione che sul treno non avevo visto nessuno che risvegliasse in me un interesse particolare. Vidi passare nel corridoio alcune persone che mi sembrarono troppo anziane o troppo male in arnese per un rapporto come si deve e iniziai a disperare di avere in incontro valido per risanare il mio corpo e la mia anima. Poi però la porta dello scompartimento si aprì e apparve il sosia di Magic Johnson: un gigante altissimo magro ma largo come una vela, il cranio rasato e completamente lucido, un sorriso più che che acattivante, la pelle di un nero corvino.
< mi scusi posso sedermi qui?> disse in un buon italiano con leggero accento francese e un sorriso disarmante
Io non risposi incantata da quell immagine surreale

gli risposi col massimo della grazia che trovai dentro di me
il gigante si accomodò sorridendo e notai oltre alla sua bellezza estremamente virile, un eleganza nei modi e nell abbigliamento.
disse porgendomi la mano
e gli porsi la mano pensando che la stringesse, e invece la sollevò delicatamente e la baciò con quelle labbra grosse e morbidissime.
mi uscì dalle labbra senza che me ne rendessi conto
Mi guardò così intensamente che mi sentii denudata e trovai la sensazione assai appagante, e cercai di stringergli la mano, ma la mia manina era davvero troppo minuta per poter abbracciare la sua, così lui la giro di taglio e riuscii a farlo. Quando strinse con dolcezza capii di essere già intrigata
gli dissi sorridente come un ochetta




< Vogli essere sincero con te.... non è un caso che sia capitato nel tuo scomparto tesoro>


Queste parole mi fecero sciogliere più di quanto non fossi già, e aggiunse:

A queste parole sentii dentro di me un turbine di emozioni difficile da dominare e mi sedetti a fianco... o per meglio dire, appiccicata a lui con un fortissimo desiderio di essere baciata da quel gigante. Desiderio che lui interpretò all istante e con estrema delicatezza appoggiò le sue labbra alle mie, per poi leccarle come a chiedermi di aprire lo scrigno. La richiesta non fu ignorata e con grazia lasciai entrare la sua lingua nella mia bocca. Mi baciò a lungo togliendomi il fiato e caddi in una sorta di delirio dei sensi. Mi strinse a sé, e io mi cullai in quel onirica passione che pian piano mi condusse ad una forte eccitazione quando la sua mano inizio a palparmi il sedere. in preda a una smania carnale anch io cominciai a toccargli il petto, le braccia, l addome, era tutto colossale.... mi sollevai la gonna sopra al sedere e la sua manona s infilò sotto le mutandine a rovistarmi in cerca del mio buchetto. Quando lo trovò ebbi un sussulto, e la mia mano precipitò fra le sue gambe e rimasi esterrefatta dalla dimensione proporzionata alla sua stazza.

rispose sorridendo, poi aggiunse

Come in trance, gli slacciai i pantaloni e liberai quella mazza che svettò pulsante oltre il suo ombellico

Lo presi in mano e ammirai quell obelisco circonciso per qualche secondo poi mi chinai e iniziai a leccargli la cappella. Aveva un sapore forte ma buono, e mentre lo assaporavo, la sua mano usci dalle mie mutandine, sentii il rumore di uno sputo e la sentii riappropiarsi delle mie terga inumidendo tutto il canale depilato del mio sedere. Poi sentii il dito medio forzare le resistenze del mio buchetto e mi accorsi di avere più della metà
di quell enorme fallo in gola. Mi usci un piccolo rantolo....

risposi in lingua bocchinara
disse mentre mi ruotava il dito nel sedere allargandolo
risposi staccandomi un secondo dalla mia preda e riprendendo il mio ruolo all istante


Ma appena terminata la frase mi resi conto di quanto sarei stata in pericolo di lì a poco... un uomo così con si sarebbe certo accontentato di un pompino, e mentre succhiavo quella mazza XXL pensai a come avrebbe reagito il mio mio buchetto a una dilatazione così ampia. Però in effetti notai che il dito che mi stava trapanando era più che perfetto, e non mi aveva fatto soffrire neppure per un secondo, così mi lasciai andare e continuai a succhiare e soppesare quelle palle con il massimo della soddisfazione.
Poi Ahmed con la mano libera mi spinse la testa verso il basso e iniziò a scoparmi la gola, le mie labbra sfioravano le sue palle e in premio m infilò un altro dito su per il culo senza neppure lubrificarlo poichè la saliva e i miei umori avevano già unto tutta la zona.
disse gaudente Ahmed, poi aggiunse:

Lasciò la presa sulla mia testa e mi sfilai tutto il cazzone dalla gola, poi obbediente mi misi a pecorina come mi aveva ordinato. Per esaudire la sua richiesta risollevai la gonna sopra al sedere e spostai il filo del perizoma su di una natica affichè avesse la vista più libera che potevo offrirgli.

Mi girai col viso a guardarlo e sculettai qualche secondo in segno di gratitudine per il complimento.





Ebbi un brivido lungo la schiena, ma prima che potessi rendermene conto mi stava sputando nel culo ripetutamente e poi di scatto m affibbiò un infilata di mezzo cazzo
gridai con la mia vocina
Prima che finissi di strillare lo aveva già sfilato fuori tutto, e mi aveva immobilizzato le braccia contro al sedile come a mettermi alla gogna.

Poi mi sferrò un altro colpo ancor più profondo


Lo sfilò fuori nuovamente e di nuovo lo rituffò dentro, stavolta entrò tutto e sentii il suo corpo tamponare il mio.
non ebbi altre parole
Rimase fermo dentro di me, poi si chinò sopra di me e mi sussurrò all orecchio:



Quelle parole così dolcemente sussurrate mi mandarono in estasi, e mentre me ne stavo impalata a pecorina iniziai a sentire una più grande e potente eccitazione che man mano cresceva, stemperava il dolore al buco del culo, e così ingraziata iniziai lentamente a sculettare ruotando il bacino, come il mio uomo mi aveva ordinato di fare.



Poi di scatto si sfilò completamente fuori dal culetto, e altrettanto di scatto m impalo tutta nuovamente fino alle palle.

e ancora si sfilò fuori completamente e prima che potessi respirare m aveva impalata di nuovo


Poi inizio a chiavarmi nel culetto, mi scopava a mitraglia, m impalava mi ruotava il palo nel culo muovendosi in tutte le direzioni. Io ero in estasi, completamente presa da quell uomo così massiccio e virile, al punto di sentirmi più femmina di quanto avessi mai provato prima.

Ahmed non si risparmiava sbattendomi il sedere, condendo le sue mitragliate di cazzo con potenti sculacciate che mi facevano trasalire e spalancare ancor di più.

Le spinte che ricevevo avevano avuto l effetto di farmi apprezzare anche la gogna nella quale mi aveva imprigionata per il mio piacere e il suo.

Poi dopo una ventina i minuti mi liberò le braccia e mi prese per i fianchi.

Non aggiunse altro. ma cominciò a tirarmi a sè mentre col bacino me lo spingeva nel culo. L inculata divenne d incontro

Dopo alcuni minuti sentii il piacere scorrere dalla prostata al pisellino e venni copiosamente sul pavimento, mentre il martellare continuo di Ahmed mi chiavava il culo che ad intermittenza allentava e stringeva.
gridai in preda ad un orgasmo potentissimo.


Poi prese la pelliccia che era appoggiata sul sedile e me la pose sulla schiena lasciando il sedere in bella vista.
disse eccitatissimo
In seguito sentii il palo che mi sfondava indurirsi ulteriormente, il martellare aumentare d intensità e forza. Il suo corpo enorme tamponava il mio con tale violenza da sospingermi in avanti ad ogni botta. Lo scorrere di quel grande uccello nella mia gabbia mi stava facendo volare come se fosse sparita la gravità.
ruggì dopo un po.


Un getto caldo invase la mia intimità più profonda..... poi un secondo..... un terzo..... e un quarto
Urlai
E per la seconda volta volta ebbi un orgasmo durante una singola scopata.
L uomo rimase conficcato dentro di me per un minutino... entrambi eravamo muti e sfiniti.
Poi sfilandosi da me si lascio cadere sul sedile che aveva dietro e mi disse:



La sborra mi colava da culo rimasto spalancato, e sporcava tutto il pavimento. L uomo mi passò un pacchetto di fazzoletti e mi disse che era uscito già tutto il liquido, e quindi di pulire. Mi tolsi di dosso la pelliccia e ripulii tutto poi chiesi:


Rimanendo gattoni a culo scoperto mi girai e iniziai un lavoro di lingua molto dettagliato e una volta lucidato palle asta e cappella mi sedetti accanto al mio maschio appoggiando la testa al suo petto abbracciando il suo collo.
Attimi di tenerezza ci avvolsero coccolandoci a vicenda poi chiesi:


Rimanemmo abbracciati fino al capolinea del treno, scendemmo e...... ma questa è un altra storia.

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