Dietro in banco della farmacia - Arezzo Trasgressiva

Una notte di velluto e desiderio

In una Varese silenziosa, lontana dalle vetrine illuminate e dai gesti abitudinari del quotidiano, esisteva un attico nascosto, quasi un segreto sussurrato tra le pieghe della città. Lì, tra tende di velluto e luci soffuse, Giorgio – farmacista rigoroso, uomo dai modi misurati e dall’animo inquieto – avrebbe scoperto un lato di sé che non aveva mai osato esplorare.

Era tutto iniziato con uno sguardo. Vanessa, una cliente assidua, entrava nella sua farmacia con l’eleganza di chi sa esattamente quanto può incantare. Trentatré anni, origini brasiliane, portava con sé un’aura magnetica, fatta di sorrisi enigmatici e un profumo esotico che sembrava anticipare sogni proibiti. Giorgio, 43 anni, ogni volta la osservava con discrezione, sentendo crescere dentro di sé una tensione che nulla aveva a che fare con la medicina.

Una sera, come se fosse la cosa più naturale del mondo, Vanessa gli lasciò un biglietto, piegato con cura: "Vieni da me. Ti mostrerò un mondo che va oltre le tue abitudini."

Davanti al portone del suo attico, Giorgio esitò. Il cuore batteva forte, come se stesse per compiere un gesto irreversibile. Quando Vanessa gli aprì la porta, indossava un sorriso morbido e sicuro. “Finalmente,” sussurrò, con una voce vellutata che sembrava accarezzarlo.

Dentro, il salotto sembrava sospeso nel tempo: drappi color porpora, candele tremolanti, musica jazz in sottofondo. L’atmosfera era un invito al disarmo. “Bevi qualcosa con me,” propose lei, ma Giorgio sapeva che la vera sete era un’altra. E quando la guardò negli occhi, la verità gli uscì dalle labbra come un sospiro: “Voglio conoscerti… davvero.”

Vanessa gli si avvicinò lentamente, posando le dita sul suo petto. Non c’era fretta, solo il desiderio di ascoltare i battiti, di leggere nei gesti l’eco di un bisogno antico. Le mani si sfiorarono, poi si intrecciarono, mentre i loro corpi si avvicinavano in una danza silenziosa, guidata dall’istinto.

Giorgio si lasciò condurre, si liberò dei suoi freni e dei suoi timori. Ogni carezza era una scoperta, ogni bacio un passo oltre i confini del conosciuto. Vanessa lo guardava con uno sguardo che mescolava dolcezza e autorità, lasciando che lui si perdesse nel ritmo dei loro respiri, nella pelle calda, nelle sensazioni nuove.

Si amarono senza parole, lasciando che fossero i corpi a raccontare ciò che le menti avevano taciuto troppo a lungo. Il salotto diventò un rifugio e un palcoscenico, dove la passione si mescolava alla tenerezza, e il desiderio si faceva spazio tra i sospiri e i tremori.

Quando, esausti, si abbandonarono l’uno accanto all’altra, Giorgio sentì che qualcosa era cambiato. Aveva varcato una soglia invisibile. Vanessa non era soltanto una donna affascinante; era la scintilla che aveva acceso un fuoco mai domato.

Nei giorni seguenti, ogni volta che la vedeva varcare la soglia della farmacia, Giorgio la guardava con occhi diversi. Non era più il farmacista riservato e inaccessibile. Era un uomo che aveva assaporato il gusto della libertà.

E fu lui, la volta successiva, a guidare il gioco. La spinse con dolce impeto contro il muro dell’attico, le mani che conoscevano ormai ogni curva, la bocca affamata di quei baci che sapevano di promesse mantenute. Vanessa rise, complice. “Mostrami chi sei davvero, Giorgio.”

E Giorgio lo fece. Non più con esitazione, ma con il coraggio di chi ha deciso di vivere senza trattenersi. Ogni stanza di quell’attico divenne un frammento del loro racconto, ogni abbraccio un nuovo capitolo scritto con pelle, fiato e anima.

Al mattino, Giorgio si svegliò per primo. Guardò Vanessa dormire serena, avvolta nella luce dorata dell’alba. Uscendo silenziosamente dal letto, lasciò un biglietto sul cuscino: "Tornerò stasera."

Vanessa si svegliò poco dopo, lo lesse e sorrise. "Ti aspetto," mormorò, con la voce ancora impastata di sonno e ricordi.

Quella notte non era stata solo un incontro di corpi. Era stato l’inizio di qualcosa di più profondo. Perché il desiderio, quando è vero, non si consuma: si trasforma in scoperta. E Giorgio, finalmente, aveva deciso di vivere.


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