- Pubblicata il 29/07/2025
- Autore: Angela
- Categoria: Racconti erotici tradimenti
- Pubblicata il 29/07/2025
- Autore: Angela
- Categoria: Racconti erotici tradimenti
Lo scopava mentre era al telefono - Arezzo Trasgressiva
Il segreto di Angela
Angela giaceva nella penombra del suo ampio letto matrimoniale. Le lenzuola di seta scivolavano lente dalle sue curve abbondanti, lasciando nuda la pelle olivastra e vellutata, percorsa da fremiti d’attesa. Era sola. Ma non lo sarebbe stata ancora per molto.
Il cuore batteva forte nel petto, in un ritmo irregolare fatto di eccitazione e colpa. Aveva bisogno di sentirsi viva, desiderata, di uscire dalla morsa fredda della monotonia. E così, aveva osato. Aveva scelto di tradire.
Con dita leggere ma tremanti, Angela compose il numero del marito. La suoneria le sembrò un’eternità. Poi, la voce di lui, calda, affettuosa.
«Amore, mi manchi tanto.»
Un nodo alla gola. Un pugno di senso di colpa le si strinse dentro. Eppure… era una colpa dolce, proibita, che già scaldava l’inguine più di mille parole d’amore.
Mentre parlavano, un rumore lieve la fece sobbalzare. Alle sue spalle, Leo, l’escort calabrese che aveva avuto il coraggio di contattare, era lì. Entrò nella stanza con un sorriso sfacciato e sicuro. Il suo corpo da atleta – addominali scolpiti, spalle larghe, pelle ambrata – era un invito alla dannazione. I suoi occhi ridevano, le labbra erano un’arma sottile.
Angela irrigidì le gambe, cercando di non tradirsi. Leo si avvicinò con la grazia lenta di un felino, gli occhi fissi nei suoi. Ogni suo passo era una promessa indecente.
«Non avere paura,» sussurrò lui. «Lascia che ti faccia sentire di nuovo donna.»
Le sue mani iniziarono a slacciarle la camicia da notte. Angela trattenne il respiro. Cercava di parlare col marito, mantenere il tono stabile. Ma Leo la spogliava con dolce autorità, scoprendo centimetro dopo centimetro la carne viva del suo corpo dimenticato.
La vestaglia cadde. Angela restò nuda davanti a lui. I suoi seni pieni, il ventre morbido, il sesso umido. Il desiderio le brillava negli occhi, mascherato da timidezza. Leo si chinò e cominciò il suo lento rituale di adorazione.
Le sue labbra scesero lungo il collo, poi sui capezzoli, che succhiava con cura e forza alternata. La lingua tracciava sentieri sulla pelle fino a infilarsi tra le cosce, che Angela aprì quasi senza accorgersene.
«Tutto bene, amore?» chiese la voce del marito all'altro capo della linea.
«Sì… sto… sto bene,» rispose lei, con voce rotta, mentre Leo la leccava senza pietà, la lingua che scavava tra le labbra bagnate, trovando il ritmo giusto, insistente, inarrestabile.
Angela si mordeva le labbra, il telefono ancora in mano. Le dita di Leo si insinuavano dentro di lei, mentre con l’altra mano le copriva la bocca, impedendole di urlare. Il piacere montava, travolgente, osceno. L'oscenità di farlo mentre parlava col marito, l’uomo che le mancava, che le parlava d’amore… e che non avrebbe mai immaginato che un altro le stesse facendo godere come non succedeva da anni.
Leo si alzò. Il suo cazzo duro brillava alla luce calda dell’abat-jour. La prese con forza, la piegò sul letto, facendola inginocchiare tra le lenzuola. Il culo rotondo e invitante si sollevava perfetto. Leo lo afferrò e lo usò come appoggio per guidare il suo cazzo bollente nella figa di lei, già fradicia.
«Sei così bagnata, Angela... una moglie così infedele, e così puttana,» le sussurrò all’orecchio, mordendola piano.
Con colpi secchi, cominciò a scoparla da dietro. Ogni spinta era una scossa profonda. La mano ancora sulla bocca, le impediva di urlare. Angela ansimava, il telefono che ancora trasmetteva la voce inconsapevole del marito.
«Ti amo, Angela… non vedo l’ora di rivederti.»
Quelle parole la fecero esplodere. L’orgasmo arrivò violento, dilaniante, come un’onda che distrugge e purifica. Angela gemette forte, ma solo contro il palmo di Leo. Lui spinse più forte ancora, riempiendola con un gemito roco e animale, scaricandosi dentro di lei fino all’ultima goccia.
Restarono stesi, immobili, ansimanti.
Angela fissava il soffitto. Leo accarezzava la sua schiena con lentezza. Tutto in lei tremava. Di piacere. Di vergogna. Di potere.
«Sarà il nostro segreto,» mormorò Leo, accarezzandole i capelli.
Angela annuì. «Sì. Il nostro segreto.»
Si vestì lentamente, il corpo ancora scosso dal piacere, il sesso pulsante. Leo sparì nella notte, come un sogno proibito che si consuma al risveglio.
Il giorno dopo, il marito tornò. L’abbracciò. Le baciò la fronte. Le disse:
«Hai qualcosa di diverso oggi. Sembri… più viva.»
Angela sorrise.
«Forse lo sono.»
E da quel giorno, il suo sguardo non fu più lo stesso. Portava dentro di sé il segreto bruciante di una trasgressione che non voleva dimenticare. Un fuoco piccolo ma vivo. Che nessuno avrebbe mai potuto spegnere.
L’eco del desiderio
Era passata una settimana. Angela tornava alla normalità con la precisione di un meccanismo ben oliato: la colazione con il marito, il lavoro, la spesa, i messaggi con le amiche. Il suo sorriso era lo stesso, ma dentro... qualcosa continuava a bruciare.
La notte, quando lui dormiva, lei restava sveglia. Ricordava le mani di Leo, il suo odore salmastro, il modo in cui l’aveva fatta tremare mentre parlava col marito al telefono. Era stato sporco. E magnifico.
Poi, un giorno, un messaggio. Solo una parola.
“Stasera?”
Il cuore accelerò. Nessun nome, nessuna firma. Ma sapeva esattamente da chi veniva.
Angela non rispose. Ma si depilò con cura, si mise un completino di pizzo nero sotto l’abito semplice, e alle 21 si fece trovare sola in casa. Il marito era fuori per una cena aziendale. Una scusa perfetta.
Alle 21:15 il campanello suonò. Due colpi brevi.
Quando aprì la porta, Leo era lì. Stesso sorriso sfacciato, ma lo sguardo diverso. Più intenso. Come se sapesse qualcosa che lei non sapeva.
Non parlarono. Lui entrò e la prese per il mento.
«Non ti aspettavi che tornassi… ma non potevo dimenticarti.»
Angela lo guardava. Non aveva bisogno di risposte. Solo di tocco.
Quella notte fu diversa.
Leo non fu violento. Fu lento. Morbido. Avvolgente.
La spogliò centimetro dopo centimetro, baciando ogni parte di lei come fosse sacra. La fece sdraiare sul letto e iniziò ad accarezzarla con la punta delle dita. Non le toccava mai il sesso, mai i capezzoli. Solo le zone attorno. La faceva fremere di desiderio senza darlo.
Angela era bagnata, frustrata, ma completamente sua.
Poi lui la leccò. A lungo. Con movimenti precisi, mai uguali. La portò al limite tre volte, fermandosi sempre un attimo prima.
«Ti ricordi cosa hai detto, Angela?» sussurrò, mentre la penetrava con due dita, poi con tre.
«Che sarebbe stato… il nostro segreto…» ansimò lei.
Leo sorrise.
«Ma i segreti… sono come i fuochi. Se non li controlli, bruciano tutto.»
Con un movimento deciso, si tolse i pantaloni e la scopò lentamente, guardandola negli occhi. Ogni colpo era una carezza. Ogni affondo un atto d’amore e dominio.
Angela gemette, poi urlò. Veniva e piangeva. Il corpo tremava. Il cuore impazzito.
Dopo, nudi sul letto, lui si voltò verso di lei.
«Stavolta… non sarà come prima.»
«Cosa intendi?» chiese Angela, ancora stordita.
Leo si alzò. Si vestì in silenzio. Poi prese qualcosa dalla giacca e lo lasciò sul comodino.
Un telefono.
«Premi play quando sei sola. Ma solo se sei pronta.»
Angela lo guardò senza parlare. Leo le baciò la fronte e uscì.
Tre giorni dopo, Angela era di nuovo sola. Il marito era fuori città. La casa silenziosa.
Prese quel telefono. Le mani tremavano.
Premette play.
Il video partì.
Si vedeva lei. Nuda. Sdraiata sul letto. Leo sopra di lei. Lei che lo implorava, che lo chiamava per nome, che gli diceva cose che non avrebbe mai ammesso nemmeno a se stessa. Il viso in primo piano. Le urla. Il piacere. L’abbandono totale.
Angela rimase immobile. Il cuore le scoppiava in petto.
Poi, sul video, una voce che non era di Leo. Una voce maschile, diversa. Calma. Fredda.
«Bella recita, amore mio.»
Angela sbiancò. Era la voce di suo marito.
Il video si interruppe. Schermo nero.
Poi, solo una scritta:
"Parliamone. Domani. Alla baita."
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