- Pubblicata il 24/07/2025
- Autore: Vanessa
- Categoria: Racconti erotici tradimenti
- Pubblicata il 24/07/2025
- Autore: Vanessa
- Categoria: Racconti erotici tradimenti
Il marito che guarda - Arezzo Trasgressiva
Martina si appoggiò con grazia allo schienale della sedia, la gonna leggermente sollevata sulle cosce incrociate con studiata disinvoltura. Era una sera tiepida a Pescara, una di quelle in cui l’aria sembrava vibrare di qualcosa d’indefinito. Il matrimonio, dopo anni di equilibrio sereno, aveva perso quella scintilla che una volta accendeva i loro sguardi. Eppure, quella notte, qualcosa stava per cambiare.
Suo marito le aveva fatto una proposta inattesa, con un sorriso che celava più fuoco di quanto non volesse ammettere.
«E se ti guardassi mentre ti abbandoni tra le braccia di qualcun altro?»
La voce era carica di desiderio e velata di timore. Martina lo aveva fissato in silenzio, sentendo qualcosa risvegliarsi dentro di lei. Curiosità. Audacia. Un impulso che da tempo covava sotto la superficie.
Ed era così che Karim era apparso nella loro vita. Giovane, sicuro di sé, un corpo scolpito e un modo di guardarla che faceva tremare le sue certezze. Non servivano molte parole: bastava il modo in cui le prendeva la mano per farle sentire che tutto, in quel momento, stava per essere riscritto.
La casa era immersa in una penombra calda, rischiarata solo da candele che proiettavano riflessi tremolanti sulle pareti. Martina sentiva ogni passo, ogni gesto, come amplificato. Karim la guidò con calma verso una parete, il tocco deciso, ma rispettoso. Il cuore di lei batteva forte, una sinfonia di attesa e di eccitazione trattenuta.
«Sei pronta?» le sussurrò, la voce profonda che le scivolò nell’anima.
Lei annuì. Non servivano parole. Solo la resa.
Il resto fu un fluire di sensazioni. Di mani che accarezzavano con intenzione, di sguardi che bruciavano, di respiri che si facevano via via più corti. Il marito, seduto in disparte, osservava in silenzio, testimone e partecipe. Negli occhi, non c’era gelosia, ma un desiderio nuovo: quello di vedere la propria compagna sbocciare sotto una luce diversa.
Martina si perse in quel vortice. Si sentiva viva. Voleva sentirsi guardata, desiderata, al centro di un fuoco che aveva spento troppo a lungo. E lui — Karim — sapeva come accendere ogni scintilla.
Quando il silenzio tornò, spegnendo l’eco di sospiri e respiri trattenuti, Martina si voltò verso suo marito. I loro occhi si incontrarono. Non servivano spiegazioni. In quel momento capirono che qualcosa era cambiato, ma non si era rotto: si era trasformato.
Lui la raggiunse, la baciò con una passione profonda e sincera. Un bacio che non chiedeva nulla, ma riconosceva tutto.
«Ti amo», sussurrò contro le sue labbra.
Lei sorrise, grata e appagata. Avevano osato. Avevano scoperto un lato nuovo l’uno dell’altra. E in quel coraggio c’era la promessa di una nuova intimità.
Nei giorni che seguirono, Martina ripensava spesso a quella notte. Non per nostalgia, ma per ciò che aveva risvegliato in lei. Ogni carezza, ogni sguardo, ogni sera tra le lenzuola con suo marito, aveva adesso una nuova profondità.
E lui, dal canto suo, guardava Martina con occhi nuovi. Aveva riscoperto una donna viva, sensuale, libera. Non avevano più paura di esplorarsi, di parlarsi, di accendersi. Avevano aperto una porta e, insieme, erano pronti a camminare oltre ogni confine, mano nella mano.
Le settimane successive scivolarono via come seta tra le dita. Martina e suo marito si muovevano in una danza nuova, fatta di sguardi carichi di sottintesi e carezze che non finivano mai per caso. Qualcosa tra loro era rinato: non la passione cieca degli inizi, ma un’intimità consapevole, profonda, carnale nella sua delicatezza.
Non parlarono spesso di quella notte con Karim, eppure il ricordo era sempre lì, vivo, come una nota bassa in sottofondo. Si infilava tra le lenzuola ogni volta che facevano l’amore, spingendoli a essere più audaci, più veri, più presenti.
Una sera, mentre Martina si struccava davanti allo specchio, lui le si avvicinò alle spalle, avvolgendole i fianchi con le braccia.
«Ti va di rivederlo?» chiese, la voce morbida ma sicura.
Martina lo guardò nel riflesso, cercando nei suoi occhi un dubbio, una gelosia. Ma non c’era nulla di tutto questo. Solo desiderio. E fiducia.
«Solo se ci sei anche tu,» rispose lei.
E così, qualche giorno dopo, tornarono a invitare Karim. Ma questa volta, fu diverso. Meno tensione, più complicità. Il piacere era diventato un gioco condiviso, dove nessuno si sentiva spettatore. Erano in tre, e ognuno aveva il proprio spazio, la propria luce.
Martina imparava a lasciarsi andare, ma anche a guidare. A volte era lei a scegliere il ritmo, altre volte si lasciava trasportare. Il marito la osservava con orgoglio, eccitazione e amore. Karim, con la discrezione di chi conosce il proprio ruolo, non cercava di entrare nelle loro vite, ma solo di arricchirle per il tempo concesso.
Conclusione – Amanti, complici, sposi
Non fu l’inizio di una doppia vita. Non si trattava di infedeltà né di un’abitudine da replicare ogni settimana. Era stata un’esperienza, intensa e rara, un confine superato insieme. E tanto bastava.
Martina e suo marito avevano trovato una nuova lingua per il loro amore: fatta di sincerità, esplorazione e rispetto. Non cercavano il brivido per fuggire dalla realtà, ma per nutrire ciò che avevano costruito con pazienza negli anni.
Nel tempo, non parlarono più di Karim. Ma quando, a letto, lui le sfiorava la schiena con le dita, e lei gli baciava le labbra senza fretta, il ricordo di quella notte tornava a vibrare tra di loro. Non per nostalgia, ma come una scintilla segreta, eterna.
E mentre si addormentavano ogni sera, stretti l’uno all’altra, sapevano che la passione può mutare, trasformarsi, anche superare il tempo — se ha il coraggio di non nascondersi, ma di guardarsi negli occhi. Insieme.
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