- Pubblicata il 12/06/2025
- Autore: Rebecca
- Categoria: Racconti erotici lesbo
- Pubblicata il 12/06/2025
- Autore: Rebecca
- Categoria: Racconti erotici lesbo
SOLO TRA NOI DUE - Arezzo Trasgressiva
Nella tranquilla Verona, dove le storie d’amore si intrecciano con la storia stessa, Federica, una libraia dal fascino romantico e un corpo sinuoso nascosto dietro gonne lunghe e camicette abbottonate, si preparava a vivere un'avventura ben lontana dai suoi romanzi rosa. I suoi occhi verdi brillavano di un desiderio che non aveva mai osato confessare nemmeno a se stessa, e il suo animo, tenero e sognante, era pronto finalmente a cedere il passo a qualcosa di più carnale.
Aveva sentito parlare di Paola, un’escort lesbica rinomata a Verona, una donna magnetica, conosciuta per il suo sorriso spavaldo e quei capelli corti che incorniciavano un viso deciso, tagliente e sensuale. Una professionista del piacere femminile. Federica aveva prenotato un incontro con lei, mascherandolo da “intervista” per un presunto libro sulle donne e il desiderio. Ma dentro di sé sapeva benissimo che non era lì per scrivere nulla: voleva essere scritta, toccata, risvegliata.
La libreria di Federica, silenziosa e profumata di carta, divenne il teatro perfetto per quell'incontro clandestino. Le luci soffuse e i lunghi scaffali colmi di storie sembravano trattenere il respiro. Quando Paola arrivò, vestita con jeans aderenti e una camicia nera semiaperta, il suo sorriso fu un colpo al petto. Federica sentì le ginocchia cedere.
«Sono qui per la tua ispirazione,» sussurrò Paola, sfiorandole il mento con due dita.
Federica annuì, incapace di parlare. Paola si avvicinò con sicurezza e iniziò a slacciarle lentamente la camicetta, rivelando centimetro dopo centimetro la pelle morbida e tesa del suo torace. Ogni bottone era come un respiro trattenuto che esplodeva. La guidò tra le scaffalature, dove i libri testimoniavano in silenzio un desiderio che stava per divorare tutto.
Le labbra di Paola si posarono calde sul collo di Federica, baciandola con fame crescente. Le sue mani scivolarono lungo i fianchi, sfiorando l’elastico degli slip sotto la gonna. «Lasciati andare, bella libraia. Oggi non si legge, si gode.»
Federica si arrese completamente. Paola la spinse con dolcezza nella saletta lettura, dove cuscini colorati e tappeti consumati aspettavano una scena molto diversa da quella abituale. Si lasciarono cadere, e lì, tra i sussurri e i sospiri, iniziò la vera lettura.
Paola cominciò a leccarla lentamente dalle caviglie, risalendo con la lingua calda lungo i polpacci, le cosce, fermandosi a mordicchiare l’interno delle ginocchia. Federica gemeva piano, il respiro sempre più corto. Quando la bocca esperta dell’escort lesbica arrivò tra le sue gambe, la tensione esplose. Paola le aprì delicatamente le labbra intime con la lingua, iniziando a giocare col suo clitoride, prima piano, poi con movimenti più rapidi, precisi.
«Oh Dio, Paola… sì…» ansimò Federica, spingendo la testa dell'altra ancora più a fondo, affondando le dita nei suoi capelli corti. Guardare Paola lì, fra le sue cosce, fu come vedere un quadro erotico perfetto.
Paola godeva del suo potere, succhiandole il clitoride mentre infilava lentamente un dito, poi due, poi la lingua stessa, spingendo Federica verso un orgasmo che le squassò tutto il corpo. La libraia gridò senza freni, le mani tremanti, la voce spezzata dal piacere. «Non fermarti… ti prego…»
Quando infine si abbandonò senza forze tra i cuscini, le gambe molli, il respiro spezzato, fu il suo turno. Spogliò Paola lentamente, ammirando il suo corpo tonico, scolpito, dalle curve perfette. Le mani le accarezzarono i fianchi, i seni pieni e duri, le spalle forti.
«Ora tocca a me scrivere la mia storia su di te,» sussurrò, prima di chinarsi a baciare, leccare, mordicchiare i capezzoli, fino a sentirli indurire sotto la lingua. Poi scese lungo l’addome, affondando finalmente la bocca tra le gambe di Paola, dove l'umidità era già pronta ad accoglierla.
Federica la leccava con entusiasmo crescente, il naso affondato tra le labbra bagnate, mentre con le dita accarezzava e stringeva il sedere dell’escort. Paola gemeva forte, il bacino che si muoveva ritmicamente contro la sua bocca. «Fai di me quello che vuoi… continua… Dio, sì…»
Federica rispose spingendo la lingua più a fondo, più velocemente, fino a sentirla tremare, inarcare la schiena, gridare il suo nome in un orgasmo che sembrò scuotere le pareti.
Si lasciarono cadere l’una sull’altra, sudate, appagate, esauste.
«Hai trovato la tua ispirazione?» chiese Paola, con un sorrisetto da gatta sazia.
Federica la baciò sulle labbra ancora umide. «E molto di più. Hai scritto una storia su di me che nessun libro potrà mai raccontare.»
E mentre le luci dell’alba filtravano dolci tra le finestre della libreria, tra i cuscini sfatti e i corpi nudi, una nuova pagina di piacere era stata scritta. Una storia vera, una storia lesbica, una storia di desiderio tra due donne, ambientata a Verona, nella libreria più bollente della città.
I giorni successivi all’incontro con Paola furono un tormento dolce. Federica camminava tra gli scaffali della libreria come in trance. Le sue mani toccavano i libri, ma nella mente tornava sempre lì: alle mani esperte di Paola, alla sua lingua, alla sensazione di essere posseduta con una maestria che nessun uomo le aveva mai dato. Ogni volta che chiudeva gli occhi, sentiva ancora il sapore di quella notte tra i cuscini.
Alla fine cedette. Non poteva più fingere che fosse stato solo un esperimento.
Le scrisse un messaggio semplice, senza scuse: «Stasera. Dopo la chiusura. Non portare niente addosso. Tranne te.»
Paola rispose con una foto. Le sue labbra dipinte di rosso. Un dito tra di esse.
Alle 21.45 la porta della libreria si aprì lentamente. Il ticchettio dei tacchi risuonò tra i corridoi di carta. Paola indossava solo un trench color sabbia, che lasciava intravedere il seno nudo ogni volta che si muoveva. Gli stivali alti le fasciavano le gambe snelle. Gli occhi brillavano sotto i capelli corti, appena spettinati, e sulle labbra giocava un sorriso pericoloso.
Federica si bloccò. La gola secca. Il cuore a mille.
«Stasera,» disse Paola avvicinandosi, «non voglio ispirarti. Voglio leggerti. Con la lingua.»
La baciò con forza, senza chiedere permesso. Le lingue si intrecciarono in un bacio profondo, umido, violento. Federica si lasciò travolgere, portata via da quel desiderio che bruciava da giorni.
Il trench cadde a terra. Paola restò nuda davanti a lei, eccetto per la collana d’argento che le scivolava tra i seni. Federica tremava, ma non per il freddo. La guardava come si guarda un’opera d’arte che si vuole profanare.
«Girati,» ordinò. E Paola sorrise.
La spinse delicatamente verso la vetrina della libreria. Fuori, la strada era quasi deserta. Ma la possibilità di essere viste, di essere immaginate, la eccitava oltre misura.
Federica si sedette sulla poltroncina espositiva, sollevò la gonna e allargò lentamente le cosce.
Paola si inginocchiò davanti a lei, docile e affamata. Le mani afferrarono i polpacci di Federica e la bocca si abbatté sulla sua figa con una voracità quasi animalesca. La leccava con movimenti lenti, circolari, poi rapidi e decisi. Ogni colpo di lingua era una carezza profonda, calda, precisa. Federica lanciava la testa indietro, graffiava lo schienale della poltrona, gemeva forte, fregandosene se qualcuno sentiva.
Il riflesso dei loro corpi nudi nel vetro moltiplicava il piacere. Federica poteva vedersi: le cosce spalancate, la testa di Paola tra le gambe, il suo volto che si muoveva, la bocca incollata al piacere.
«Continua… sì… Dio, non fermarti…» ansimava.
L’orgasmo arrivò violento, improvviso, scuotendola dal ventre fino alla punta dei piedi. Ma non era finita.
Federica si alzò, determinata. Prese un foulard di seta da uno scaffale – era parte di una promozione editoriale – e lo legò attorno ai polsi di Paola, dietro la schiena. Poi la spinse dolcemente contro il bancone, facendola inginocchiare.
«Adesso stai ferma. Tocca a me.»
Dal cassetto sotto il bancone estrasse un dildo nero che aveva comprato da pochi giorni. Lo aveva nascosto tra i registri, senza sapere se avrebbe mai avuto il coraggio di usarlo. Ora, lo guardava come una penna con cui scrivere il prossimo capitolo.
Penetrò Paola lentamente, guardandola negli occhi. Lei gemeva, la fronte sudata, le labbra dischiuse. Ogni spinta era profonda, controllata, un atto d'amore sporco e bellissimo. Federica si chinò su di lei e iniziò a morderle il lobo dell’orecchio, poi il collo.
«Ti piace, eh? Sì… essere scopata da una timida libraia…»
Paola gemeva come una cagna in calore, perdendo ogni controllo.
Dopo un tempo che sembrava eterno, si lasciarono cadere nude sul bancone della cassa. Il legno freddo sotto la pelle bollente.
Si guardarono. E senza dire una parola, iniziarono a toccarsi. Si masturbarono lentamente, ognuna con le dita affondate nella propria figa, gli occhi fissi l’una sull’altra, gemendo all’unisono. Si osservavano come due specchi del desiderio, finché un orgasmo simultaneo le travolse, facendole tremare fino alle ossa.
Il silenzio che seguì fu dolce, pieno, complice.
«Hai idea di cosa abbiamo appena fatto?» sussurrò Paola, con la voce roca.
«Sì,» rispose Federica, avvicinandosi per baciarla sulle labbra ancora lucide. «Abbiamo appena riscritto la libreria.»
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