Serata a quattro - Arezzo Trasgressiva

La baita della rinascita

In una radura appartata, immersa nella selvaggia bellezza delle montagne biellesi, sorgeva una baita ristrutturata, un rifugio di pietra e legno che sembrava custodire segreti antichi quanto le valli che la circondavano. Davide e Marika, insieme da anni, erano arrivati lì per riscoprirsi. La loro intesa era solida, ma la routine aveva smorzato le fiammate del desiderio. Volevano riaccenderle, senza freni.

La sera del loro arrivo, il crepitio del camino era l’unico suono, un sottofondo intimo che avvolgeva la stanza. Seduti vicini su un divano di velluto rosso, si scrutavano con curiosità nuova, cercando il coraggio di osare.

Poi il cellulare di Marika vibrò.

Un messaggio:
"Siamo Erika e Manuel, escort di coppia a Biella. Abbiamo saputo che cercate qualcosa di speciale. Se vi va, possiamo offrirvi una notte senza regole. Solo piacere."

Un brivido corse lungo la schiena di entrambi. Si guardarono. Non servivano parole. Accettarono.

Quando Erika e Manuel arrivarono, sembrarono creature uscite da un sogno proibito. Lei, capelli rosso fuoco e corpo statuario, indossava un completo di pizzo nero che lasciava poco all’immaginazione. Lui, alto, muscoloso, con occhi intensi e un sorriso lento, si avvicinò a Davide con un bicchiere di vino rosso, porgendolo come un’offerta.

Le prime parole furono timide, ma il linguaggio dei corpi fu immediato. Erika si avvicinò a Marika, le dita leggere che sfioravano il collo, poi le labbra che incontravano le sue in un bacio prima incerto, poi carico di fame. Manuel si spogliava lentamente accanto al camino, il suo cazzo già semi-eretto sotto la stoffa dei boxer, mentre Davide faceva altrettanto, i muscoli del petto che brillavano alla luce tremolante.

Sedute l’una sull’altra, Erika e Marika si esploravano con lentezza. Le mani di Erika scivolavano sotto la maglietta della donna, trovando i suoi seni gonfi di desiderio, accarezzandoli con maestria. Marika gemeva piano, stringendosi a lei, mentre osservava gli uomini che si toccavano davanti a loro, eccitati dalla scena.

Davide si avvicinò a Erika, abbassandole i jeans con un gesto deciso, scoprendo un tatuaggio floreale che abbracciava il fianco e il gluteo. Non resistette: la afferrò per i fianchi, il suo cazzo già duro che spingeva contro di lei, e la penetrò da dietro, con un gemito profondo.

Manuel si avvicinò a Marika e la fece stendere sul divano, accarezzandole l’interno coscia con lentezza sadica, finché lei non lo implorò di prenderla. Lui la penetrò lentamente, con una lentezza esasperante, facendola tremare a ogni spinta.

I gemiti si moltiplicavano, sovrapposti al crepitare del fuoco. I quattro corpi si mescolavano in una danza viscerale, una sinfonia carnale. Marika cavalcava Manuel, la schiena inarcata e le mani sui suoi pettorali, mentre Erika baciava la sua bocca, il suo collo, i capezzoli turgidi. Davide, ancora dentro Erika, sentiva la sua figa stretta e bagnata, che lo accoglieva con una voracità quasi animalesca.

Gli orgasmi esplosero uno dopo l’altro. Marika si contorse sopra Manuel, il corpo scosso da una scossa lunga e profonda. Erika, eccitata dalla vista, si venne addosso a Davide, le sue unghie che gli rigavano la schiena.

Ma non era finita.

Si scambiarono ancora. Manuel afferrò Erika e la scopò con colpi profondi e selvaggi, mentre Davide offriva il proprio cazzo a Marika, che glielo prese in bocca con foga, le labbra che scorrevano sul suo membro rigido, il sapore del suo uomo misto a quello di un'altra donna che le dava brividi di lussuria.

I ruoli si intrecciavano. Capezzoli torturati da pinze, morsi che lasciavano segni rossi sulla pelle, carezze lente alternate a spinte violente. Era un vortice di corpi, di desideri che si contaminavano e si alimentavano a vicenda.

Quando finalmente si fermarono, erano esausti, i corpi intrecciati in un abbraccio sudato e disordinato sul tappeto davanti al camino. Nessuno parlava. Non serviva.

L’alba li svegliò con una luce calda. Erika e Manuel si vestirono lentamente, sensuali anche nei gesti quotidiani, lasciando un profumo speziato e un'energia difficile da spiegare.

"Grazie," disse Erika, con un sorriso enigmatico. "Non dimenticheremo questa notte."

Poi uscirono nella neve, lasciando dietro di sé solo silenzio e il ricordo di una notte fuori dal tempo.

Davide e Marika si guardarono. Non servivano parole. Si erano ritrovati, proprio là dove pensavano di perdersi. Avevano osato, e il fuoco tra loro ora bruciava più forte che mai.

Rimasero ancora qualche giorno nella baita. Le montagne di Biella avevano ancora molto da offrire. E loro, ora, erano pronti a riscrivere la loro storia. Con corpi più liberi. E cuori più vivi.

Passarono tre giorni.

Nella quiete delle montagne di Biella, Davide e Marika continuavano a fare l’amore ovunque: sul divano, davanti al camino, contro la finestra appannata che dava sul bosco. Ma nella mente, un pensiero non li lasciava: Erika e Manuel.

Era stata più di una notte di sesso. Era stata una rivelazione. E quando, il quarto giorno, arrivò un nuovo messaggio, i loro cuori sobbalzarono.

"Abbiamo lasciato qualcosa in sospeso. Possiamo raggiungervi stasera, se siete pronti ad andare ancora più in fondo."

Non servirono consulti. Davide rispose solo: Sì. Vogliamo tutto.

La notte calò rapida sulla radura. La neve cadeva lenta e spessa, ovattando ogni suono. Un tocco lieve bussò alla porta.

Erika entrò per prima, avvolta in un trench nero che lasciò cadere a terra con un solo gesto. Sotto, solo un corsetto rigido e autoreggenti. I capezzoli scoperti, tesi dal freddo e dall’attesa.

Manuel seguiva, in camicia aperta e pantaloni di pelle. Uno sguardo diverso negli occhi. Più deciso. Più scuro.

"Siete pronti per perdervi davvero?" chiese Erika, fissando Marika.

"Pronti da giorni," sussurrò lei, nuda sotto la vestaglia.

Quella notte, niente fu dolce.

Manuel prese il comando. Fece inginocchiare Davide e gli ordinò di restare fermo, le mani dietro la schiena. Erika, intanto, legava Marika con corde rosse, in una posizione aperta sul letto. Le cosce spalancate, le braccia sopra la testa. I seni in piena vista. I capezzoli già rigidi.

"Stasera non ci sarà controllo," disse Manuel, sfilando una maschera in pelle dalla borsa. "Solo desiderio nudo. E potere."

Lo fece indossare a Davide. Buio totale. Ogni sensazione aumentata. Ogni suono amplificato. Sentiva Marika gemere, ma non poteva vedere nulla. Solo immaginare. Il suo cazzo duro come marmo.

Erika leccava i seni di Marika con lentezza, poi la sculacciava a mani nude, ogni colpo seguito da un bacio morbido. Marika gemeva, stordita da piacere e sottomissione.

Manuel prese in mano un vibratore da strap-on e lo indossò. "Ora vi scambiate davvero," disse, prendendo Davide da dietro. Penetrandolo lentamente. "Adesso capisci che il piacere è ovunque. Anche qui."

Davide tremava, il corpo teso. Non aveva mai provato nulla del genere. Ma non resisteva: ogni spinta era una scarica elettrica. Ogni colpo lo avvicinava a un limite nuovo.

Sul letto, Marika veniva con forza, le corde che stringevano la pelle, la bocca aperta in un grido silenzioso. Erika glielo leccava via, assaporando i suoi umori con un sorriso da demone.

Poi si avvicinò a Davide. Gli tolse la maschera. Gli si sedette in faccia.
"Voglio la tua lingua mentre lui ti scopa."

E lui eseguì. Leccava Erika, il gusto misto di pelle, sudore e sesso, mentre il cazzo artificiale di Manuel lo penetrava con colpi sempre più decisi.

I quattro si intrecciarono ancora. Cambi di ruolo. Dominazione alternata. Dita, bocche, corpi. Lussuria pura. Una giostra senza fine.

Più tardi, sfiniti, sudati, i corpi disseminati ovunque, Marika rise.

"Non pensavo potessimo spingerci così oltre."

Erika la guardò con uno sguardo più tenero. "Il sesso non è solo pelle. È trasformazione. Voi due… siete cambiati."

"È vero," disse Davide, fissando il soffitto. "Ma in meglio."

Manuel si alzò. Andò verso la finestra, si accese una sigaretta e fissò la neve. "Ed è per questo che adesso finisce."

Erika si alzò lentamente, si rivestì senza parlare.

"Come finisce?" chiese Marika, confusa.

Erika si avvicinò. Le accarezzò i capelli. "Era solo per voi. Questa esperienza. Questa rinascita. Noi ci muoviamo, portiamo il fuoco, e poi spariamo. Come un fulmine."

"Non potreste restare? Anche solo per un'altra notte…"

Manuel si voltò. "Non servirebbe. Il viaggio è compiuto. Siete svegli. Ora dovete farlo da soli."

Quando la porta si richiuse, Davide e Marika rimasero nudi, soli, ma pieni. Non di mancanze, ma di forza.

Si guardarono a lungo. Poi si baciarono. Lentamente. Senza fretta.

Quella notte non fecero sesso. Si tennero stretti. Come chi ha appena attraversato una tempesta e ora sente la pelle nuova, pronta a sentire tutto. Di nuovo.

Qualche giorno dopo, nel centro di Biella, Marika cercò su internet: escort di coppia Erika e Manuel Biella.

Non trovò nulla. Nessun sito. Nessun profilo. Nessuna traccia.

Come se non fossero mai esistiti.

O forse, pensò sorridendo, esistono solo per chi è davvero pronto a perdersi. E a ritrovarsi.


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