- Pubblicata il 06/08/2025
- Autore: Beatrice
- Categoria: Racconti erotici prima volta
- Pubblicata il 06/08/2025
- Autore: Beatrice
- Categoria: Racconti erotici prima volta
Iniziazione ciociara - Arezzo Trasgressiva
In una tiepida sera di primavera, il cielo di Frosinone si incendiava di rosso mentre il crepuscolo scendeva lento, promettendo fuochi d'artificio non nel cielo, ma sotto la pelle. Beatrice, giovane barista dai lineamenti dolci e lo sguardo inquieto, camminava tra le stradine acciottolate con il cuore che batteva più forte a ogni passo. Non era più tempo di fantasie: quella sera aveva deciso di vivere ciò che finora aveva solo sognato. Il corpo di una donna, il tocco morbido, la passione saffica che aveva iniziato a desiderare con crescente intensità.
Si fermò davanti a un bed and breakfast elegante, noto per la sua discrezione e per certe frequentazioni raffinate. Un luogo dove le fantasie non erano giudicate, ma accolte. Ad aprirle la porta fu Lara, un'escort lesbica di trentasette anni, ben nota per la sua classe e la sua abilità nel trasformare il desiderio in arte. Alta, con lunghi capelli castani raccolti in uno chignon elegante e uno sguardo capace di denudarti l'anima, Lara emanava un erotismo controllato e consapevole.
«Sei pronta?» chiese con un mezzo sorriso che era già una carezza.
Beatrice annuì, sentendo un caldo fremito scendere fino al ventre.
Lara le prese la mano e la condusse in una stanza ovattata, dove il profumo di vaniglia e i toni caldi delle luci creavano un’atmosfera sospesa, quasi irreale. «Il piacere tra donne è un linguaggio. E si comincia dalle labbra,» sussurrò, avvicinandosi lentamente. Il primo bacio fu come una scintilla. Lento, guidato, profondo. Le lingue si cercarono e si riconobbero, in un crescendo che faceva tremare le ginocchia.
Mentre la bocca di Lara disegnava baci lenti, le sue mani iniziarono a sciogliere i vestiti di Beatrice, pezzo dopo pezzo. La pelle nuda, ancora vergine al tocco di un’altra donna, si offriva tremante alle carezze precise dell’escort. Le dita di Lara tracciavano sentieri invisibili, accendendo ogni centimetro come se sapesse già dove si nascondevano i punti più sensibili.
La fece sdraiare sul letto, aprendole le gambe con una lentezza che era essa stessa un atto erotico. Lara si chinò, sfiorandole l’interno coscia con la bocca, assaporando ogni gemito, ogni fremito. Quando arrivò al clitoride, lo sfiorò con la lingua prima delicatamente, poi con movimenti più decisi, mantenendo le mani strette sui fianchi di Beatrice per impedirle di fuggire da quel piacere che cresceva come un’onda.
«Rilassati, lasciati andare…» le sussurrò tra una leccata e l’altra.
Poi, senza avvertimento, due dita si insinuarono dentro di lei. Lara le muoveva con una maestria lenta, calda, mentre la lingua continuava a tormentarle il punto più sensibile. Beatrice gemeva, mormorava parole spezzate, il suo corpo incapace di stare fermo.
L’orgasmo arrivò come un fulmine. Violento, profondo, travolgente. Beatrice gridò, il corpo scosso da spasmi, le gambe che tremavano sotto la stretta di Lara.
Ma Lara non era ancora sazia.
«Ora voglio farti scoprire chi sei davvero,» le disse, voltandola con decisione, lasciandola carponi, il sedere ben alzato, le spalle morbide contro il letto. La baciò sul collo, le leccò la schiena, poi mordicchiò lentamente la curva dei glutei. Le mani di Lara erano esigenti, esploravano, stringevano, accarezzavano con una fame che faceva tremare Beatrice più della paura.
Poi di nuovo, le dita entrarono in lei. Ma questa volta con più forza, più ritmo, più padronanza. Lara la scopava con le mani come se fosse nata per farlo, con una precisione che strappava gemiti acuti e sporchi. Le parole sussurrate all’orecchio erano sporche, dolci, ipnotiche.
«Voglio sentirti venire di nuovo, voglio sentire la tua figa stringermi fino all’ultima goccia,» mormorava, e Beatrice si arrese, crollando in un secondo orgasmo che la lasciò senza fiato.
Stesa sul letto, ancora tremante, Beatrice si voltò verso Lara. I loro occhi si incontrarono. C’era qualcosa di più di una semplice scopata. Era un’intimità nuova, un senso di scoperta che la giovane barista non avrebbe mai pensato di poter provare in una sola notte.
Lara si sdraiò accanto a lei, le accarezzò i capelli e sorrise.
«Sei pronta per la prossima lezione?»
Beatrice rise, ancora accaldata. «Insegna pure. Ma questa volta voglio toccarti anch’io.»
E così, sotto quel cielo che ora si velava di stelle sopra le colline di Frosinone, le due donne continuarono a esplorarsi. Un gioco tra piacere e potere, tra guida e abbandono, dove ogni tocco era scoperta e ogni gemito una conferma. Era solo l’inizio.
Lara rise piano, sfiorando le labbra di Beatrice con le dita, ancora lucide di piacere. «Così vuoi toccarmi, eh? Hai imparato in fretta...»
Beatrice si sollevò a sedere, il corpo nudo ancora arrossato dagli orgasmi, ma con gli occhi pieni di desiderio rinnovato. Il suo lato curioso, finora timido, si era trasformato in un bisogno impellente di esplorare, di capire, di dare.
«Voglio sentire com’è il tuo corpo. Voglio imparare cosa ti piace...» sussurrò Beatrice, facendosi più vicina.
Lara si sdraiò, lasciando che la giovane barista le salisse sopra, accarezzandole il ventre, i fianchi, le cosce lunghe e levigate. Ogni tocco era timido, ma carico di fame. Il petto di Lara si sollevava sotto le carezze, i suoi capezzoli si indurivano sotto la lingua inesperta ma attenta di Beatrice.
«Brava… così… più lenta… sì, lì…» Lara iniziò a gemere con voce roca, abbandonandosi alle mani e alla bocca della sua allieva.
Beatrice si fece più sicura, spingendo due dita tra le labbra intime dell'escort, meravigliandosi della sua morbidezza calda, della risposta immediata del corpo maturo che si apriva a lei con fame.
Quando le dita affondarono dentro, Lara inarcò la schiena e la prese per i capelli, tirandola verso di sé per un bacio selvaggio, bagnato, dove si mescolavano saliva, desiderio e la nuova complicità che stava nascendo.
La stanza si riempì di gemiti, parole sussurrate, respiri spezzati.
Fino a che fu Lara a venire, tremando sotto il corpo di Beatrice, gli occhi chiusi, le unghie affondate nei suoi fianchi. Un orgasmo silenzioso, che le attraversò tutto il corpo come una scossa sottile e continua.
Dopo, nel silenzio denso e profumato del letto sfatto, Beatrice si rannicchiò contro di lei. Le loro gambe intrecciate, le dita che ancora si cercavano distrattamente.
«Non avrei mai pensato di sentirmi così… viva,» disse Beatrice, quasi sottovoce.
Lara sorrise. «Perché il piacere vero non è solo fisico. È libertà. È svelarsi. È guardare una sconosciuta negli occhi e capire che, per qualche ora, vi siete appartenute.»
Beatrice chiuse gli occhi, lasciando che quelle parole le scivolassero dentro. Sentiva ancora il corpo vibrante, le labbra gonfie di baci, l’anima sazia ma assetata di nuove scoperte.
«E se volessi imparare ancora?»
Lara la baciò sulla fronte. «Allora lascia fare al destino.»
Quella notte Beatrice sognò.
Sognò un treno notturno per Roma, dove Lara la portava in una carrozza privata e la faceva inginocchiare tra le tende, mentre fuori passavano le luci dei paesi addormentati.
Sognò un’orgia elegante in una villa sul lago, dove donne misteriose vestite di seta si toccavano sotto gli occhi l’un l’altra, e Lara la presentava come la sua nuova allieva.
Sognò una stanza con pareti di specchi, dove ogni carezza era moltiplicata all’infinito, e Lara la faceva tremare sotto uno speculum caldo di metallo e desiderio.
E sognò infine di svegliarsi in un'altra città, con il corpo ancora acceso e Lara che le sussurrava:
«Hai superato la prima lezione. Adesso cominciamo a giocare davvero.»
Altre storie in Racconti erotici prima volta