I segreti del Canal Grande - Arezzo Trasgressiva

Nel cuore pulsante di Venezia, tra i riflessi tremolanti dei canali e le ombre dei palazzi antichi, Andrea si affacciava alla finestra di una suite in un palazzo storico affacciato sul Canal Grande. Architetto di 38 anni, elegante, raffinato, portava negli occhi il segno di chi ha imparato a leggere la bellezza non solo nelle forme, ma anche nei dettagli nascosti.

La stanza era un trionfo barocco: stucchi dorati, affreschi delicati, tappeti persiani, e un letto a baldacchino che sembrava creato per il peccato. Era lì per lavoro, certo. Ma dentro di sé sapeva che quella sera avrebbe vissuto qualcosa che andava ben oltre le linee pulite di un progetto. Qualcosa di carnale, potente, travolgente.

Federica e Samuele erano la coppia scelta per accompagnarlo in quella notte veneziana. Non una coppia qualsiasi. Lei, 30 anni, una escort di classe, curve perfette e sguardo impertinente, un corpo da peccato e un sorriso che prometteva l’inferno e il paradiso insieme. Lui, 35 anni, fascino magnetico e fisico da modello, pelle ambrata e mani forti, lo sguardo profondo di chi sa condurre e farsi desiderare. Erano amanti nella vita e nel gioco, affiatati, complici, disinibiti. Perfetti per Andrea.

L'incontro avvenne nella penombra della suite. Bastò uno sguardo perché il desiderio si accendesse come un incendio silenzioso. Federica si avvicinò prima, i tacchi che facevano scricchiolare il parquet antico, le labbra rosse che si piegavano in un sorriso carnale.

«Benvenuto nel nostro piccolo angolo di perdizione,» sussurrò, sfiorandogli il petto con le dita nude.

Dietro di lei, Samuele era una presenza solida, maschile, calda. Si fece avanti e prese il viso di Andrea tra le mani, senza dire una parola. Lo baciò con decisione, un bacio pieno, carnale, che spezzò ogni equilibrio. Andrea lo ricambiò, abbandonandosi, sentendo il proprio corpo già in preda a un’eccitazione crescente.

Nel frattempo, Federica si era inginocchiata tra le sue gambe. Le mani sicure gli slacciarono la cintura, tirando giù i pantaloni e le mutande con un gesto esperto. Lo prese subito in bocca, senza esitazioni. Calda, affamata, profonda. Il suo movimento era lento e preciso, alternando le labbra e la lingua, le mani e i sospiri. Andrea si aggrappò ai capelli lisci e lucidi di lei, lasciandosi sfuggire un gemito.

Si spostarono verso il letto. Lenzuola di seta, materasso spesso, cuscini ovunque. Il letto era un invito a farsi scopare fino a perdere il controllo.

Andrea si sdraiò. Samuele si inginocchiò dietro di lui, mentre Federica gli si stese addosso, i suoi seni pieni e sodi che gli premevano sul petto. La sua figa era bagnata, calda, pulsante. Andrea l'accarezzò, la esplorò, la baciò con la stessa fame con cui lei lo aveva succhiato. Il sapore di Federica era intenso, dolce e salato, un’essenza che gli esplodeva in bocca.

Poi arrivò il momento. Samuele lo penetrò lentamente, con un unico movimento deciso. Il suo cazzo, spesso e duro, si fece strada dentro di lui, e Andrea gemette forte, colto da una scossa che gli attraversò tutto il corpo. Il dolore iniziale si fuse presto con un piacere profondo, quasi insopportabile. Ogni spinta di Samuele lo mandava più in alto, mentre Andrea continuava a leccare Federica con ferocia, affondando la lingua nella sua fessura umida e tremante.

Federica gemeva, gli afferrava i capelli, gli si strofinava contro con una fame selvaggia. Samuele accelerava, ogni colpo un'esplosione. Andrea era prigioniero del piacere, stretto tra quei due corpi bollenti, tra gemiti e respiri affannosi che riempivano la stanza come un'onda.

«Sei bellissimo così, preso da noi,» sussurrò Federica, le dita che gli stringevano i capezzoli mentre veniva contro la sua lingua.

Andrea si tendeva, ogni muscolo vibrava, pronto a esplodere.

Samuele aumentò ancora il ritmo, e con un affondo profondo, rovente, venne dentro di lui, ansimando il suo nome. Andrea non resse più. Il suo orgasmo fu violento, irrefrenabile. Il seme gli esplose addosso, spargendosi sulla pelle di Federica, che nel frattempo veniva anche lei, il corpo contratto in una scossa lunga e intensa.

Rimasero così, incastrati l’uno nell’altro, esausti, sudati, appagati.

Il silenzio che seguì era pieno, vibrante. Venezia fuori taceva, come se ascoltasse.

Federica fu la prima a muoversi. Si alzò con movimenti sinuosi, il corpo ancora vibrante di piacere. «Ragazzi,» disse, mentre si toglieva gli ultimi residui di seta dal corpo, «penso che sia ora di un altro round. Ma stavolta… voglio essere io a comandare.»

Samuele rise piano, massaggiandole il fianco. «Lo sapevo…»

Andrea, ancora disteso, sentì il corpo già risvegliarsi. Il desiderio non era finito, era appena stato risvegliato. Guardò Federica, che lo fissava come una regina pronta a prendersi tutto, e annuì.

Quella notte veneziana era molto più di un incontro a tre. Era un viaggio nei recessi del desiderio, una celebrazione carnale che lasciava il segno. Non solo nel corpo, ma nell’anima.

Tra le mura silenziose del palazzo, tra lenzuola di seta e specchi dorati, Andrea si perse di nuovo in quel vortice perfetto di piacere, accettando finalmente ogni parte di sé. E mentre fuori Venezia scivolava tra acqua e luce, dentro quella stanza si scriveva un'altra storia. La sua.

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