- Pubblicata il 31/07/2025
- Autore: Serena
- Categoria: Racconti erotici lesbo
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- Autore: Serena
- Categoria: Racconti erotici lesbo
La modella del Duomo - Arezzo Trasgressiva
Laura si aggirava per le strade di Siena, il suo taccuino stretto sotto il braccio, gli occhi che catturavano ogni dettaglio dell'architettura medievale che la circondava. Era una giornalista d'arte, una donna di trentatré anni con un occhio critico e una passione per la bellezza nelle sue forme più crude e raffinate. Il suo prossimo pezzo avrebbe esplorato l'erotismo nell'arte, e per questo aveva preso un appuntamento con Giorgia, una modella di nudo e escort di ventinove anni, la cui fama di musa ispiratrice precedeva il suo arrivo.
Giorgia viveva in un antico palazzo nel cuore del centro storico, uno di quei luoghi dove il tempo sembrava essersi fermato. Laura fu accolta alla porta da un volto che aveva visto solo in fotografie: pelle chiara, occhi scuri e un sorriso che prometteva segreti. Giorgia la guidò attraverso un labirinto di corridoi fino al suo studio, un ampio spazio inondato di luce naturale che si riversava attraverso le finestre gotiche.
"Benvenuta, Laura," disse Giorgia, la sua voce un sussurro sensuale. "Sono così ansiosa di mostrarti il mio mondo."
Laura si sentì immediatamente a suo agio, come se l'energia dello studio la avvolgesse in una calda stretta. "Sono pronta a scoprire ogni sfumatura," rispose Laura, il suo sguardo già catturato dai dipinti e dalle sculture che adornavano la stanza.
Giorgia si avvicinò a un cavalletto su cui era posizionata una tela ancora vergine. "Cominciamo," disse, e con movimenti lenti e deliberati, iniziò a spogliarsi. Ogni strato di stoffa che cadeva rivelava un altro pezzo di quella statua vivente: curve perfette, seni alti e sodi, e un ventre piatto che culminava in un triangolo oscuro.
Laura si sentì arrossire, ma non poté distogliere lo sguardo. La sua mano si strinse intorno alla penna, ma invece di scrivere, si trovò a toccarsi, il calore che emanava da Giorgia risvegliando un desiderio che non sapeva di avere. "Sei incredibile," mormorò Laura, la sua voce impastata dal desiderio.
Giorgia sorrise, i suoi occhi fissi su Laura mentre si avvicinava, nuda e disinibita. "Voglio che tu senta l'arte, non solo che la osservi," disse, e prese la macchina fotografica dalle mani di Laura, posizionandola sul treppiede. Poi, con una fluidità che solo una vera musa poteva avere, si distese sulla tela, il suo corpo formando una sinuosa linea di bellezza.
Laura si avvicinò, la sua bocca secca, il cuore che batteva forte. Si chinò e baciò Giorgia sulla tela, il sapore della sua pelle un contrasto netto con la freddezza della vernice sotto di lei. "Fanculo, sei meravigliosa," ansimò Laura, mentre la sua lingua tracciava un percorso lungo la curva del collo di Giorgia.
Giorgia gemette, i suoi occhi chiusi mentre Laura esplorava il suo corpo con le labbra e le mani. "Tocca me," sussurrò, e Laura obbedì, le sue dita che scivolavano lungo l'interno delle cosce di Giorgia, trovando il suo centro umido e caldo.
Con un movimento fluido, Giorgia si girò, afferrando la mano di Laura e guidandola verso di sé. Le dita di Laura si immersero nella sua umida fessura, muovendosi al ritmo dei gemiti di Giorgia. "Scrivi," disse Giorgia, la sua voce un misto di comando e supplica. "Scrivi di come mi sento, di come la tua mano mi fa tremare."
Laura, con la mano libera, afferrò il taccuino e iniziò a scrivere, le parole che fluivano dalla sua penna ispirate dalle sensazioni che il corpo di Giorgia le trasmetteva. "Sei bagnata, calda, ti stringi attorno alle mie dita come se fossero l'unica cosa che tu abbia mai desiderato," scrisse, la sua calligrafia tremante per l'eccitazione.
Giorgia si mosse contro le dita di Laura, ogni parola che veniva dettata aumentando il suo desiderio. "Voglio sentirti dire quelle parole," ansimò, e Laura, senza esitazione, ripeté ad alta voce ogni frase, ogni descrizione del piacere che stava dando e ricevendo.
"Voglio che tu venga per me," disse Laura, la sua voce carica di desiderio. "Voglio sentirti urlare il mio nome."
Giorgia si contorse, la sua mano che afferrava quella di Laura, spingendola più a fondo. "Sì, proprio così," gemette, e con un ultimo, lungo gemito, raggiunse l'orgasmo, il suo corpo che si tendeva e tremava sotto le cure di Laura.
Dopo un momento di respiro condiviso, Giorgia si girò, i suoi occhi scintillanti di un desiderio non ancora saziato. "È il mio turno," disse, e con un sorriso malizioso, iniziò a esplorare il corpo di Laura con le stesse dita abili che avevano appena portato l'una all'orgasmo.
Laura si lasciò andare, permettendo a Giorgia di guidarla attraverso un viaggio di piacere. Le dita di Giorgia si infiltrarono nella sua figa, trovando il suo punto dolente e massaggiandolo con una precisione che le fece perdere il fiato. "Fottimi," implorò Laura, il suo corpo che si inarcava per incontrare ogni tocco.
Giorgia rise dolcemente, la sua bocca che si spostava lungo il corpo di Laura, assaporando la sua pelle salata. "Pazienza," sussurrò contro il suo orecchio, e Laura sentì il suo corpo bruciare di desiderio per la donna che aveva davanti.
Le dita di Giorgia lavorarono con maggiore insistenza, mentre la sua lingua tracciava un percorso verso il seno di Laura, succhiando e mordicchiando i capezzoli eretti. Laura si sentì scoppiare, il suo orgasmo che la travolse come un'onda, mentre urlava il nome di Giorgia, proprio come aveva promesso.
Stremate, si abbracciarono, i loro corpi sudati che si incollavano l'uno all'altro. "Questa è stata un'intervista che non dimenticherò mai," disse Laura, ridendo tra un respiro e l'altro.
Giorgia la baciò dolcemente sulle labbra. "E io non dimenticherò mai la tua passione," rispose, la sua mano che accarezzava delicatamente i capelli di Laura.
Mentre si vestivano, Laura si rese conto che aveva trovato molto più di quanto si fosse aspettata: non solo una storia da raccontare, ma anche una connessione che andava oltre le parole scritte su una pagina. "Giorgia," disse, mentre si avvicinava alla porta, "questo pezzo sarà il più sensuale e sincero che abbia mai scritto."
Giorgia la guardò con un sorriso che prometteva altri segreti, altre storie da condividere. "E io aspetterò con impazienza di leggerlo," disse, mentre chiudeva la porta dietro di loro, lasciando che l'arte e l'erotismo continuassero a danzare tra le antiche mura di Siena.
Laura si aggirava per le strade di Siena, il suo taccuino stretto sotto il braccio, gli occhi che catturavano ogni dettaglio dell'architettura medievale che la circondava. Era una giornalista d'arte, una donna di trentatré anni con un occhio critico e una passione per la bellezza nelle sue forme più crude e raffinate. Il suo prossimo pezzo avrebbe esplorato l'erotismo nell'arte, e per questo aveva preso un appuntamento con Giorgia, una modella di nudo e escort di ventinove anni, la cui fama di musa ispiratrice precedeva il suo arrivo.
Giorgia viveva in un antico palazzo nel cuore del centro storico, uno di quei luoghi dove il tempo sembrava essersi fermato. Laura fu accolta alla porta da un volto che aveva visto solo in fotografie: pelle chiara, occhi scuri e un sorriso che prometteva segreti. Giorgia la guidò attraverso un labirinto di corridoi fino al suo studio, un ampio spazio inondato di luce naturale che si riversava attraverso le finestre gotiche.
"Benvenuta, Laura," disse Giorgia, la sua voce un sussurro sensuale. "Sono così ansiosa di mostrarti il mio mondo."
Laura si sentì immediatamente a suo agio, come se l'energia dello studio la avvolgesse in una calda stretta. "Sono pronta a scoprire ogni sfumatura," rispose Laura, il suo sguardo già catturato dai dipinti e dalle sculture che adornavano la stanza.
Giorgia si avvicinò a un cavalletto su cui era posizionata una tela ancora vergine. "Cominciamo," disse, e con movimenti lenti e deliberati, iniziò a spogliarsi. Ogni strato di stoffa che cadeva rivelava un altro pezzo di quella statua vivente: curve perfette, seni alti e sodi, e un ventre piatto che culminava in un triangolo oscuro.
Laura si sentì arrossire, ma non poté distogliere lo sguardo. La sua mano si strinse intorno alla penna, ma invece di scrivere, si trovò a toccarsi, il calore che emanava da Giorgia risvegliando un desiderio che non sapeva di avere. "Sei incredibile," mormorò Laura, la sua voce impastata dal desiderio.
Giorgia sorrise, i suoi occhi fissi su Laura mentre si avvicinava, nuda e disinibita. "Voglio che tu senta l'arte, non solo che la osservi," disse, e prese la macchina fotografica dalle mani di Laura, posizionandola sul treppiede. Poi, con una fluidità che solo una vera musa poteva avere, si distese sulla tela, il suo corpo formando una sinuosa linea di bellezza.
Laura si avvicinò, la sua bocca secca, il cuore che batteva forte. Si chinò e baciò Giorgia sulla tela, il sapore della sua pelle un contrasto netto con la freddezza della vernice sotto di lei. "Fanculo, sei meravigliosa," ansimò Laura, mentre la sua lingua tracciava un percorso lungo la curva del collo di Giorgia.
Giorgia gemette, i suoi occhi chiusi mentre Laura esplorava il suo corpo con le labbra e le mani. "Tocca me," sussurrò, e Laura obbedì, le sue dita che scivolavano lungo l'interno delle cosce di Giorgia, trovando il suo centro umido e caldo.
Con un movimento fluido, Giorgia si girò, afferrando la mano di Laura e guidandola verso di sé. Le dita di Laura si immersero nella sua umida fessura, muovendosi al ritmo dei gemiti di Giorgia. "Scrivi," disse Giorgia, la sua voce un misto di comando e supplica. "Scrivi di come mi sento, di come la tua mano mi fa tremare."
Laura, con la mano libera, afferrò il taccuino e iniziò a scrivere, le parole che fluivano dalla sua penna ispirate dalle sensazioni che il corpo di Giorgia le trasmetteva. "Sei bagnata, calda, ti stringi attorno alle mie dita come se fossero l'unica cosa che tu abbia mai desiderato," scrisse, la sua calligrafia tremante per l'eccitazione.
Giorgia si mosse contro le dita di Laura, ogni parola che veniva dettata aumentando il suo desiderio. "Voglio sentirti dire quelle parole," ansimò, e Laura, senza esitazione, ripeté ad alta voce ogni frase, ogni descrizione del piacere che stava dando e ricevendo.
"Voglio che tu venga per me," disse Laura, la sua voce carica di desiderio. "Voglio sentirti urlare il mio nome."
Giorgia si contorse, la sua mano che afferrava quella di Laura, spingendola più a fondo. "Sì, proprio così," gemette, e con un ultimo, lungo gemito, raggiunse l'orgasmo, il suo corpo che si tendeva e tremava sotto le cure di Laura.
Dopo un momento di respiro condiviso, Giorgia si girò, i suoi occhi scintillanti di un desiderio non ancora saziato. "È il mio turno," disse, e con un sorriso malizioso, iniziò a esplorare il corpo di Laura con le stesse dita abili che avevano appena portato l'una all'orgasmo.
Laura si lasciò andare, permettendo a Giorgia di guidarla attraverso un viaggio di piacere. Le dita di Giorgia si infiltrarono nella sua figa, trovando il suo punto dolente e massaggiandolo con una precisione che le fece perdere il fiato. "Fottimi," implorò Laura, il suo corpo che si inarcava per incontrare ogni tocco.
Giorgia rise dolcemente, la sua bocca che si spostava lungo il corpo di Laura, assaporando la sua pelle salata. "Pazienza," sussurrò contro il suo orecchio, e Laura sentì il suo corpo bruciare di desiderio per la donna che aveva davanti.
Le dita di Giorgia lavorarono con maggiore insistenza, mentre la sua lingua tracciava un percorso verso il seno di Laura, succhiando e mordicchiando i capezzoli eretti. Laura si sentì scoppiare, il suo orgasmo che la travolse come un'onda, mentre urlava il nome di Giorgia, proprio come aveva promesso.
Stremate, si abbracciarono, i loro corpi sudati che si incollavano l'uno all'altro. "Questa è stata un'intervista che non dimenticherò mai," disse Laura, ridendo tra un respiro e l'altro.
Giorgia la baciò dolcemente sulle labbra. "E io non dimenticherò mai la tua passione," rispose, la sua mano che accarezzava delicatamente i capelli di Laura.
Ma la notte non era ancora finita.
Restarono lì, sdraiate sul tappeto di lino, nude, tra schizzi di vernice e profumo di cera d'api. Laura osservava il soffitto affrescato con occhi ancora velati dall’estasi, mentre Giorgia le sussurrava sogni nell’orecchio, parlando di quadri mai dipinti e notti da vivere senza fretta.
Si raccontarono. Di uomini mai amati, di donne che avevano lasciato il segno, di città dove avevano perso se stesse e di notti come quella, rare, autentiche, incandescenti.
Quando il primo chiarore dell’alba filtrò attraverso i vetri antichi, Laura si alzò per andarsene. Si rivestì in silenzio, ma non c’era imbarazzo, solo la bellezza di un momento pieno e vero.
Davanti alla porta, Giorgia la fermò, le porse un piccolo pacchetto. "È una mia stampa. Una delle poche copie. Voglio che tu ce l’abbia."
Laura lo prese, le dita che tremavano leggermente. "Scriverò di te con ogni parte di me. Ma più ancora, ti porterò dentro ogni riga."
Giorgia le accarezzò la guancia con dolcezza. "Non serve che tu scriva tutto. Alcune cose devono restare solo nostre."
Laura sorrise, scese le scale, e uscì nella luce nuova del mattino senese. Il taccuino era pieno. Ma qualcosa, più profondo, era rimasto inciso nel corpo, nella pelle, nell’anima.
E mentre si allontanava tra le pietre antiche, sapeva che quella notte non era solo un racconto.
Era arte.
Era vita.
Era amore che non chiede definizioni.
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