Ilaria e la coppia perversa 1 - Arezzo Trasgressiva

Ilaria e la coppia perversa 1 - Arezzo Trasgressiva

Ero davvero incazzata. Il week end era cominciato di merda. Mio marito non voleva staccarsi dal lavoro, sembrava dover essere perennemente attaccato a quel cazzo di cellulare. Non me ne fregava nulla né dei soldi né del lavoro in quei giorni. Il nostro bel matrimonio stava fallendo e naufragando nella scomoda e noiosa routine che ci eravamo costruiti. Che ci eravamo costruiti in neanche un paio d'anni di vivere insieme. Io all'epoca ero molto giovane, una ragazza poco più che ventenne che iniziava ad affacciarsi con curiosità verso quel mondo adulto che avevo solo potuto immaginare negli anni vissuti coi miei genitori. Matteo era poco più grande di me, giusto quel paio di anni in più che servivano a far di lui l'uomo di casa. La nostra storia non era mai realmente decollata, siamo sempre stati troppo diversi l'un dall'altra. Lui era schematico, noioso, poco attento alle mie esigenze di donna. Non uscivano mai parole dolci dalla sua bocca. Sembrava solo fossi un ornamento della sua vita, un pezzo di arredamento da far vedere agli amici quando venivano a casa nostra. Io invece son sempre stata una ragazza più irrequieta, più frizzantina, con una indole ribelle e curiosa. Ero molto meno regolare e ordinaria. Matteo nella sua meticolosa precisione aveva sin da subito cominciato a stufarmi. Sessualmente non è mai stato un granché, conosceva mezza posizione sessuale e non durava più di qualche secondo in erezione. Si scopava giusto per segnare le X sul calendario. Io avevo voglia di sesso, di nuove esperienze, di provare nuove sensazioni, Matteo invece non sentiva né impulsi né necessità. Scopavamo per abitudine, finché l'abitudine si è rivelata fiacca e moribonda. Le sue piccole sborrate non riuscivano neanche ad eccitarmi. Forse la prima notte di nozze è stata Sessualmente eccitante, per il vino ancora in corpo, per l'eccitazione del momento, la cerimonia, gli amici, la novità di trovarsi finalmente nello stesso letto, a trovarsi con le sue mani sui miei sensi, sui miei fianchi, laggiù tra le mie gambe dove la mia fessurina pelosa reclamava affetto e attenzioni.
Poi tutto è andato calando. La libidine si è travestita da noia. Mi chiamava solo per chiedermi quando fosse pronta la cena. Ho ancora quel suono fastidioso in testa, quel mio nome, Ilaria, gridato a gran voce dal soggiorno verso la cucina. Matteo preferiva eccitarsi con il suo lavoro del cazzo, non certamente pensando a me.
Avevo cominciato a masturbarmi di nascosto. Prima lo facevo in bagno durante la doccia mentre Matteo era impegnato a mandare mail di lavoro a destra e a manca.
Mi chiudevo nel mio mondo e cominciavo a toccarmi il seno, le gambe, la passerina con passione come se ci fosse un vero uomo a toccarmi in quel preciso istante. L'acqua calda rendeva quelle interminabili sessioni di auto erotismo ancora più eccitanti. Ero ormai esperta di ditalini. Mi capitava di farli anche durante la notte. Mentre Matteo era girato, nel letto, a dormire come un caprone, delicatamente e senza farmi scoprire infilavo le dita nel pigiama, arrivavo alle mutandine e poi iniziavo a toccarmi i primi peli della figa, cercando la mia fessurina carnosa con le dita, ne infilavo prima una, poi due, poi tre e iniziavo a masturbarmi nel silenzio della camera matrimoniale, di nascosto da mio marito.
Più mi masturbavo e più ne avevo voglia. Anche a lavoro mi capitavano questi raptus di auto erotismo. Mollavo il telefono e l'ufficio, andavo in bagno e senza farmi sentire dai colleghi tiravo giù le mutandine e cominciavo a toccarmi nel profondo. Trattenevo a stento i mugolii del piacere ma quando tornavo alla mia postazione notavano sempre qualcosa di diverso, avevo il viso arruffato di chi aveva provato un sontuoso orgasmo.
Spesso un'amica mi chiedeva: Ilaria, sei sicura di star bene? Ti vedo stravolta.
Sorridevo maliziosa e con ingenuità mi toccavo le labbra con la lingua, davo a credere alle altre che mi imboscavo con qualcuno nei bagni per scopare. Non mi andava di confessare che mi masturbavo perché a casa mio marito non trovava il tempo e la voglia di scoparmi a dovere. Un vecchio flirt si faceva sentire qualche volta per messaggio ma non avevo il coraggio di riprendere quella storia. Era una relazione morta e sepolta, un mordi e fuggi di qualche anno prima che si era rivelato solo un bluff. Lui era sposato e non poteva avere una relazione seria con me. Scopavamo in automobile, di nascosto, sarebbe stato un dramma se ci avessero scoperto. Lui non aveva il coraggio di ammetterlo ma cercava la mia compagnia perché sua moglie non era una gran scopatrice anzi era veramente una noia mortale sotto le coperte. Con me invece trovava brio e soddisfazione, forse perché ero più giovane e più disinibita. Io avevo il coraggio di prendergli il cazzo in bocca, cosa che sua moglie detestava. Li in automobile, in quei parcheggi deserti dell'area industriale facevamo di tutto. Mi possedeva con passione, a volte mi chiedeva di poter venire dentro, altre volte gli davo la possibilità di venirmi in bocca. Stavamo attenti a non farci beccare. Ripulivamo sempre l'automobile da ogni possibile indizio, se la moglie avesse sospettato che lui aveva una tresca erano guai. Se poi avesse saputo che il marito scopava con me mi avrebbe certamente ucciso. Eravamo amiche. Fingevamo di essere amiche, in verità non ci sopportavamo a vicenda. L'unica cosa che ci accomunava era il cazzo del marito, solo che io ero in grado di farlo godere, lei no. Poi incontrai quel peso morto di Matteo e le mie scopate in automobile, di nascosto, col sudore attaccato al parabrezza, con quel dolce ansimare di trasgressione divennero un lontano ricordo giovanile. Quelle sborrate improvvise sulla bocca, quello sperma che rimaneva attaccato ai vestiti, alle ciocche dei capelli, sugli slip, quelle macchie sui jeans che dovevo nascondere a mia madre. Il passato, un passato che riemergeva solo ogni tanto, quando lui si ostinava a scrivermi per chiedermi se avessi ancora voglia di quelle scopate notturne nei parcheggi. Ma non potevo tradire Matteo, non cosi, non in quel momento. Avevo bisogno di amore, di passione, di sentirmi amata, non solo di sentirmi scopata.
Per soddisfare le mie voglie avevo le dita ormai ben allenate, ci voleva qualcosa di più profondo per iniziare una relazione extra coniugale, qualcosa o qualcuno che avrebbe dovuto prendermi il cuore e non solo sbattermi il cazzo tra le gambe o in gola.
Quel qualcosa arrivò un giorno, senza che me ne accorgessi. Non era quel qualcosa che mi sarei mai aspettata.
Cominciammo a sentirci. Io, lui e sua moglie... Tiziana e Michele erano quel qualcosa che il destino aveva gettato tra le mie braccia per ravvivare la mia vita sessuale ed io senza saperlo ero la fiammella che era destinata a rendere molto più intrigante il loro matrimonio, che come il mio iniziava a perdere colpi. Io Tiziana e Michele stavamo per diventare una cosa sola, un corpo unico, un bellissimo amore condiviso, un trio Sessualmente ed emotivamente affiatato. Se solo Matteo si fosse fatto da parte. Non più solo ditalini sotto la doccia e nei bagni, avevo trovato l'amore in carne ed ossa di una coppia che aveva una pazza voglia di fare l'amore in tre...
Ci eravamo addormentati a notte fonda, dopo una intensa notte di passione. La sera prima Michele e Tiziana ci avevano invitato a casa loro, avevamo accettato di buon grado. Matteo era curioso di vedere l'abitazione dei nostri amici, voleva paragonarla con la nostra. Aveva sempre questa insopportabile abitudine di controllare quello che gli altri facevano, quello che gli altri possedevano per misurare poi i propri averi e confrontarli.
Tiziana mi aveva mandato un messaggio la sera prima, ci avevano invitato a mangiare la pizza a casa loro, non una pizza qualsiasi, una pizza fatta con le sue mani. Già pregustavo quella leccornia tra le mie fauci.
Matteo si era vestito casual ma elegante, ci teneva sempre a non sfigurare come se fosse perennemente invitato a presenziare a qualche evento lavorativo. Non riusciva a staccare il cervello dal lavoro e per questo lo odiavo. Avevo iniziato ad odiarlo tempo addietro per la verità, da quando aveva smesso di toccarmi con passione e di considerarmi più di una compagna casalinga. Ero troppo giovane per recitare la parte della moglie sottomessa e felice di un matrimonio in fallimento. Il mio bisogno di attenzioni e carezze doveva essere saziato. Mentre mi stavo preparando notai che il mio corpo stava fremendo di eccitazione per l'invito a cena di Tiziana e Michele. Ero in estasi, come una ragazzina al primo appuntamento. Matteo era in bagno a radersi, allora mi concentrai sulle mie parti intime e iniziai a toccarmi la figa, massaggiando con delicatezza quella fessura carnosa che viveva in mezzo alle mie gambe. Decisi di non mettermi le mutandine sotto la gonna.
Arrivammo a casa di Michele e Tiziana che erano le sette di sera. Ci accolsero con calore e sentimento. Iniziammo quasi subito a mangiare, Matteo parlava di lavoro e soldi mentre Tiziana con dolcezza ci serviva la sua pizza fatta con tanto amore ed impegno. Da sotto il tavolo a un certo punto sentii un piedino che si intrufolava tra le mie cosce. Istintivamente chiusi le gambe ma il piedino continuava a rimanere vicino al mio corpo. Michele non si era scomposto, dall'altro lato del tavolo, continuava a parlare e sorridere. Senza che Matteo al mio fianco se ne accorgesse Michele riprese a farsi largo col piede tra le mie cosce. Con un po' di imbarazzo e apprensione questa volta lasciai che il piede di Michele arrivasse alla mia patata. Aprii le gambe senza problemi, mi stavo e citando, quella situazione si stava facendo interessante. Ovviamente Michele era scalzo, sentivo i suoi piedini freddi tra le mie cosce, sentivo il contatto raffinato tra la punta delle dita e la mia figa. Con un movimento impercettibile agli altri commensali aveva cominciato a masturbarmi, io ero imbarazzata ed emozionata, non sapevo come comportarmi. Michele era il padrone di casa, non potevo neanche alzarmi e dirgli di smetterla, cosa avrebbe pensato mio marito, cosa avrebbe pensato Tiziana della situazione?
Poi Tiziana mi disse: Vieni Ilaria che ti facciamo fare il giro della casa.
Ci alzammo da tavola, ero tutta rossa in viso, Michele continuava a fissarmi per cercare la mia approvazione per quello che stava facendo col piede tra le mie gambe.
La camera da letto era molto spaziosa, delicata, arredata con gusto e modernità. Tiziana faceva da cicerone, Michele la seguiva come un'ombra. Matteo invece stava più indietro, ad osservare la mobilia con sufficiente disinteresse.
In quel momento cominciò la danza perversa del nostro amore. Senza darmi il tempo di capire cosa stesse accadendo Tiziana si inginocchiò e cominciò a toccarmi le cosce. Ci fu un mezzo secondo di imbarazzo ma lasciai che la mia amica continuasse. Matteo era rimasto impietrito ma non ebbe il coraggio di dir nulla. Tiziana mi alzò la gonna con le mani, andò a intrufolarsi tra le mie cosce e cercando la mia patata con la lingua iniziò a leccarmi e a massaggiarmi il clitoride con quella sua boccuccia fatata. Michele invece si mise alle mie spalle, con le mani iniziò a massaggiarmi la schiena. Non mi chiese il permesso, slacció la cintura dei jeans e tirò fuori il cazzo e presa una delle mie mani tra le sue mi obbligò a fargli una sega mentre la moglie continuava il suo bel lavoretto di bocca tra le mie cosce. Mio marito ci guardava eccitato , vedevo le sue mani scivolare tra i pantaloni pronto a farsi una bella sega.
Michele mi alzò leggermente la gonna, mentre Tiziana era sempre impegnata a farmi un dolcissimo cunnilingus. Fu facile per Michele infilarmi il cazzo bel culo, non portavo le mutandine, il mio buco era lì tutto per lui, pronto alla penetrazione. Non avevo quasi mai fatto sesso anale, ne avevo paura, non sopportavo il dolore. Poi i miei genitori mi avevano messo in testa sin da ragazzina che certe pratiche sessuali erano da puttane. Una volta avevo provato con un ragazzo a farmelo mettere in culo ma avevo desistito quasi subito, il pisello tra le chiappe mi faceva troppo male. Con Michele invece andò tutto liscio come l'olio. Il cazzo si era ben lubrificato e penetrava il mio ano con forza e delicatezza allo stesso tempo. Sentivo i brividi della passione in corpo. Chiudendo gli occhi immaginavo di trovarmi in paradiso. Mentre Michele mi trapanava il culo Tiziana mi leccava la figa con sempre più trasporto. A pochi metri da noi mio marito si stava masturbando gioiosamente appoggiato alla porta della camera.
Stavo provando orgasmi irripetibili, la mia figa fremeva di passione, quando uscirono i miei umori sentii il caldo avvolgermi e un brivido mi percorse la schiena fino a battermi forte in testa. Tiziana sorrideva, a terra, si leccava le labbra con la lingua, era piena delle mie grazie tra le sue labbra. Michele invece era ancora carico e potente, non aveva smesso un secondo di possedermi da dietro e non aveva ancora intenzione di venire. Mi girò di scatto e mi buttò sul letto, strappandomi la gonna con violenza. Mi aprì le gambe e infilò il suo uccello, ancora bello duro dentro me. Stavo godendo come una pazza, non riuscivo più a controllarmi, volevo gridare al mondo la mia eccitazione. Come uno stantuffo Michele penetrava il mio corpo senza diminuire di passione e intensità. Stringevo forte i pugni per trattenere l'estasi di un altro mega orgasmo che stava abbattendosi tra le mie gambe.
Matteo non riusciva più a trattenersi, doveva sborrare. Tiziana vide mio marito che era lì lì per venire e con un balzo felino si mise vicino a Matteo, sempre inginocchiata e aprendo la bocca indicò mio marito dove dovesse venire. Matteo lanciò un grido liberatorio e sborró nella bocca e sulla faccia della mia amica. Tiziana raccolse lo sperma di Matteo, quello che le era finito in bocca lo deglutì, il resto le aveva sporcato quel bel faccino angelico e i capelli biondi che svolazzavano candidi nell'aria.
Anche Michele stava per venire. Si alzò dal mio corpo pieno di passione e mi fece inginocchiare davanti lui.
Mi guardò negli occhi e mi disse solo: ora ti vengo in faccia Ilaria, chiudi gli occhi.
Poi un enorme carico di sperma mi ricoprì il volto e scese lungo le guance fino al collo e giù nella camicetta, inondandomi di sborra calda e soave.
Avevo chiuso gli occhi appena in tempo, lo sperma aveva creato una maschera cremosa tutta intorno al naso, con la lingua cercavo il sapore dello sperma che era finito sulle mie labbra.
La serata, la prima delle tante serate era solo cominciata..

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