- Pubblicata il 08/08/2025
- Autore: Luca
- Categoria: Racconti erotici etero
- Pubblicata il 08/08/2025
- Autore: Luca
- Categoria: Racconti erotici etero
In spiaggia, di notte - Arezzo Trasgressiva
La luna piena illuminava la spiaggia di Viareggio come un faro solitario, gettando riflessi d’argento sugli ombrelloni chiusi e sul mare calmo. L’aria sapeva di sale, ma anche di tempesta imminente. Luca, il bagnino dal fisico scolpito e lo sguardo da seduttore, camminava lungo la battigia, la maglietta aderente che disegnava i muscoli tesi, i pensieri annegati in un mare di desideri taciuti.
Chiara, escort romana in vacanza, bionda e provocante, si era concessa una passeggiata notturna per sfuggire agli occhi indiscreti del giorno. Indossava un abito leggero che il vento sollevava come un invito, svelando le curve morbide e sensuali del suo corpo. I tacchi affondavano nella sabbia, ma lei camminava con la sicurezza di chi sa di essere irresistibile.
Fu il caso – o il destino – a farli incrociare tra le file silenziose degli ombrelloni. Luca la vide da lontano: un’apparizione luminosa nella notte. Chiara notò subito quel corpo atletico e l’ombra di barba che gli incorniciava il viso, e sorrise.
«Buonasera,» disse Luca, avvicinandosi con passo lento. «Non ci sono stelle, ma tu illumini più della luna.»
Chiara rise, un suono cristallino che si fuse col rumore delle onde. «E tu sembri il tipo che sa come accendere una notte.»
Luca sentì un brivido attraversarlo. Lei era un misto esplosivo di bellezza e malizia. Le loro labbra si cercarono e si trovarono in un bacio che fu subito fuoco. Le mani si muovevano da sole, esplorando, stuzzicando, stringendo. Il desiderio era già esploso.
Chiara si inginocchiò sulla sabbia, lo sguardo deciso, famelico. Con dita sicure, gli abbassò i pantaloni e liberò il cazzo già duro. Senza esitazioni, lo prese in bocca, iniziando a succhiare con lentezza e maestria. Lo guardava negli occhi mentre lo ingoiava, affondando e risalendo con precisione, la lingua che accarezzava, il respiro caldo che lo avvolgeva.
Luca gemette, afferrandole i capelli biondi e muovendosi appena, guidato da un impulso primitivo. Le luci del lungomare, lontane ma presenti, sembravano spettatori muti di quel sesso sulla spiaggia.
Improvvisamente, la sollevò da terra. La spinse con decisione contro una cabina e la penetrò, affondando il suo cazzo nella sua figa calda e bagnata. Chiara gemette forte, la schiena che si sfregava contro il legno ruvido, le mani che lo graffiavano, la voce roca di piacere.
«Fottimi più forte, Luca,» lo incitò, e lui obbedì. Spingeva con colpi decisi, profondi, i loro corpi che si fondevano come un’unica onda.
Poi la prese in braccio e la adagiò su un lettino da spiaggia. Chiara si stese nuda, il seno che si alzava e abbassava col respiro, le cosce aperte in attesa. Luca si chinò tra le sue gambe e la penetrò ancora, più lento, più profondo, godendosi ogni centimetro di lei.
Le mani le stringevano i fianchi, la bocca le baciava il collo, i loro respiri si confondevano con il suono del mare. Chiara urlava il suo piacere, senza pudore, senza limiti.
«Sì, sì… non fermarti!» ansimò, mentre un orgasmo poderoso la travolgeva, facendole inarcare la schiena sotto la luce lunare. Luca la seguì subito dopo, affondando con un ultimo gemito e venendo dentro di lei, in un orgasmo selvaggio che gli fece tremare le gambe.
Restarono sdraiati sul lettino, pelle contro pelle, il sudore che li univa, il fiato che piano si calmava.
«Una notte che non dimenticherò facilmente,» disse Luca, disegnando con un dito la curva del viso di lei.
«E io,» rispose Chiara, sorridendo. «Ma chissà… magari il destino ci ha messo qui per farci incontrare ancora.»
Si rivestirono piano, le dita che si toccavano, i sorrisi complici. Camminarono mano nella mano verso il lungomare, lasciandosi alle spalle la sabbia ancora calda e il rumore lento del mare.
La spiaggia di Viareggio era stata la scena del loro incontro proibito.
E forse, solo l’inizio di qualcosa di più.
La sera successiva, Viareggio era avvolta in un’umidità densa, quasi tropicale. Le cabine erano ormai chiuse, i bagnanti spariti, e le onde lambivano la sabbia con una calma apparente. Il lido, che durante il giorno pullulava di grida e corpi nudi al sole, ora sembrava un teatro abbandonato, pronto a ospitare un nuovo atto.
Chiara tornò. Tacchi bassi, abito corto, sguardo dritto. Non disse una parola a nessuno. Superò il cancello lasciato socchiuso, lo stesso dove la notte prima aveva conosciuto Luca con il corpo e non solo con gli occhi.
Lui l’aspettava già.
Era seduto sul bordo della piscina del lido, una bottiglia di vino tra le mani e lo sguardo perso tra le onde. Quando la vide, il cuore gli accelerò. Non per ansia. Ma per fame. Quella fame che aveva conosciuto solo in sua presenza.
«Pensavo non saresti venuta,» disse.
Chiara sorrise, senza fermarsi. «E perdere il bis del bagnino più sexy di Viareggio? Mai.»
Si sedette accanto a lui, le gambe accavallate, il profumo che gli entrava nella testa come un ordine. Bevettero in silenzio. Non servivano parole. Il corpo parlava per loro.
Poi lei si alzò, lentamente, si sfilò l’abito, rimanendo nuda sotto la luna. Entrò in piscina come una dea senza fretta. L’acqua le lambiva le cosce, il ventre, il seno. Luca non resistette. Si spogliò in fretta e la raggiunse.
Quando i loro corpi si toccarono, fu come un’esplosione silenziosa. Le mani scorrevano sulla pelle bagnata, i baci si facevano profondi, umidi, ruvidi.
Chiara lo spinse contro il bordo della piscina, si sedette a cavalcioni su di lui e si infilò il suo cazzo dentro, lentamente, guardandolo negli occhi. Un gemito le sfuggì dalle labbra, basso e sporco.
«Non pensare, Luca. Godi.»
E lui obbedì.
La scopata fu lenta all’inizio, una danza fluida tra schizzi d’acqua e respiri corti. Le mani di lui stringevano il culo di Chiara, la sua lingua le leccava il seno bagnato. Lei si muoveva con una grazia animalesca, il ritmo che cresceva sempre di più, fino a diventare una cavalcata furiosa.
«Sì... così... scopami fino a farmi urlare...» sussurrava, mordendosi il labbro.
Quando vennero, lo fecero insieme, in una sinfonia selvaggia che si perse tra l’acqua e il vento. I gemiti si mescolarono alle onde, mentre i corpi si contorcevano in un’unica onda di piacere. L’orgasmo li travolse come marea alta: pieno, potente, totale.
Si sedettero poi sul lettino a bordo piscina, avvolti in un asciugamano, nudi, le gambe intrecciate. Il silenzio era dolce. Le stelle erano comparse nel cielo.
«Domani riparto,» disse Chiara, accarezzandogli il petto con la punta delle dita. «Il lavoro mi richiama. Sai com’è...»
Luca annuì. Sapeva che era la fine. Ma non c’era tristezza. Solo un senso di pienezza che raramente aveva provato.
«Non chiederò il tuo numero,» disse lui.
«E io non te lo lascerò.»
Si baciarono ancora, un bacio lungo, lento, che sapeva di mare e di ricordo.
Poi Chiara si alzò, si rivestì in silenzio e si allontanò nella notte. Non si voltò.
Luca restò lì, nudo nell’aria fresca, a guardare l’orizzonte.
Sapeva che certe notti non si ripetono. Non ne avevano bisogno. Erano perfette perché finite.
E così, sotto la luna di Viareggio, il bagnino e l’escort si erano trovati, consumati, amati.
E poi persi. Come l’ultima onda che si ritira, lasciando la sabbia più viva che mai.
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